TITOLO: La strega

AUTORE: Shirley Jackson

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Silvia Pareschi
PP. 66 Euro: 10,00

Tre dei racconti qui riuniti hanno come protagoniste quelle creaturine infide, pericolose, enigmatiche che Shirley Jackson conosceva molto bene per aver cresciuto quattro «demoni», come chiamava – scherzosamente ma non troppo – i figli. Un bambino che, viaggiando in treno, vede streghe ovunque, e non è detto che non abbia ragione. Una ragazza che, sotto gli occhi di un presunto adulto un po’ alticcio, sfoggia un sapere e una saggezza apocalittici, mentre nella stanza accanto gli invitati a una festa sproloquiano sul futuro del mondo: «Non credo proprio che abbia molto futuro,» sentenzia con placido e inquietante distacco «almeno per com’è adesso ... Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male». E uno scolaretto che ne combina di tutti i colori, forse invisibile ma non per questo assente, come diceva sant’Agostino dei defunti, benché il marmocchio in questione sia vivo e vegeto. Tre boîtes à surprise con le quali Shirley Jackson suscita, a partire dal candore arcano dei ragazzi, sorrisi e brividi glaciali in egual misura. Senza rinunciare a condurci, al seguito di una donna che deve farsi estrarre un molare, nel suo territorio d’elezione: quella zona d’ombra ai confini della follia dove le cose note perdono i loro connotati familiari e appaiono estranee e perturbanti, dove un luciferino sconosciuto, materializzatosi dal nulla al nostro fianco, può prenderci per mano e, in un battito di ciglia, portarci a correre sulla sabbia calda, mentre le onde «tintinnano come campanelli sulla spiaggia» e «i flauti suonano tutta la notte».

Il ladro in caserma, di Tobias Wolff

TITOLO: Il ladro in caserma

AUTORE: Tobias Wolff

EDITORE: Racconti Edizioni TRADUZIONE: Angela Tanfo
PP. 112 Euro: 13,00

In tutte le storie di Tobias Wolff qualcuno sta mentendo. E da narratore consumato, anche in questa sua prima novella con cui ha vinto il PEN/Faulkner Award, lo scrittore americano ci lascia interdetti a chiederci chi sia innocente e chi colpevole, chi dice la verità e chi mente fra i tre protagonisti, giovani affratellati dal senso cameratesco di chi è in attesa di partire per il Vietnam, un posto che nessuno di loro saprebbe indicare su una carta geografica, tutti alle prese con l’assurdità di una divisa verde oliva e degli addestramenti alla morte da amministrare e ricevere. Mai così lontani da casa, i tre paracadutisti sono gli ultimi arrivati al campo e si scontrano con un gruppo di uomini compattati dalla guerra e dall’atmosfera ovattata e disumana della caserma.
È il Quattro di luglio quando si trovano per la prima volta: devono presidiare con la loro vita e i fucili di cui sono equipaggiati un deposito di munizioni sperso nel niente. Il diktat è chiaro: sparare a vista. È un compito insensato tanto più che dalle foreste circostanti si levano delle fiamme sempre più minacciose, ma da quelle scintille e da quella sensazione di assedio potrebbe nascere qualcosa di più di una solidarietà di corpo: un’amicizia.
In un ’68 di cui si intuiscono solo i riverberi, Wolff mette in scena un racconto epico in cui tre ragazzi sono chiamati a farsi uomini e il prezzo da pagare per un errore commesso rischia di essere incalcolabile. Come scrive Marco Peano nella prefazione a questo libro, in ballo c’è «il mistero della giovinezza, l’età della vita in cui le scelte compiute d’impulso – e talvolta anche le più ponderate – sono destinate a riverberare per sempre».

Le tessitrici. Mitologia dell'informatica, di Loreta Minutilli

TITOLO: Le tessitrici. Mitologia dell'informatica

AUTORE: Loreta Minutilli

EDITORE: Effequ
PP.
280 Euro: 18,00

Che legame c’è tra Ada Lovelace, la geniale matematica figlia di Lord Byron, e la metamorfosi di Aracne trasformata in ragno da Atena? O tra le Supplici di Eschilo e le sei donne che hanno programmato l’ENIAC, il primo computer della storia? Tutto ha inizio da un telaio: i miti delle donne greche che usano l’arte della tessitura per trovare soluzioni a problemi scomodi, ma anche la storia dell’informatica e l’invenzione dei primi computer, il cui funzionamento fu ispirato al meccanismo a schede perforate del telaio Jacquard.
Attraverso la narrazione intrecciata delle donne che hanno inventato la programmazione e dei miti sulla tessitura, prende forma una mitologia dell’informatica in cui le vite dimenticate delle programmatrici del passato vengono sfilate e disfatte perché, passando sotto la lente del mito, possano raccontare qualcosa sul futuro.

Fiabe centimetropolitane, di Elio

TITOLO: Fiabe centimetropolitane

AUTORE: Elio

EDITORE: La Nave di Teseo
PP.
176 Euro:16,00


"Surreale è tutto ciò che non potrebbe mai succedere. Ma se poi succedesse lo stesso? A questa domanda Elio ha sempre cercato di rispondere, con le sue canzoni e ogni altro mezzo, costruendo castelli di ipotesi in aria che acquistavano realtà via via che sollevavano pinnacoli immaginari: oggi nessuno più dubita dell’esistenza di un vitello dai piedi di balsa. Trenta secoli di buon senso ci hanno fatto credere che una fiaba con animali, da Esopo in poi, sia solo un modo cifrato di parlare della realtà: la cosiddetta allegoria. Ma c’è ben altro nel dare la parola alle bestie. Una minaccia per l’ordine delle cose, e una speranza di riscatto per tutti gli universi paralleli. Se poi la fiaba finisce nel mirino alieno di uno scrittore (e scrittore Elio lo è sempre stato, almeno da quando lo è diventato) per il quale il surreale non ha niente di irreale, allora le storie si tendono al verosimile, le bestie non spacciano più pillole di velato buon senso, ma si limitano a vivere la loro vita quietamente assurda infischiandosene di noi lettori stupiti ed esilarati, e la lettura si trasforma in una specie di iniziazione. La zoologia del pianeta Elio non contiene solo giraffe, pettirossi e grillitalpa, ma opera innesti nei regni cosiddetti naturali, e genera alberi antropomorfi, nobiluomini di cristallo e di cotone, autoarticolati ambiziosi, ammaestratori di cozze, coccodrilli idrosolubili e via surrealizzando. Si ride molto, ma anche per difendersi, giacché sotto sotto serpeggia la stessa inquietudine che circola nei capolavori di Lewis Carroll: che il surreale sia soltanto il reale di qualcun altro." (Davide Tortorella)

Boule De Suif, di Guy de Maupassant

TITOLO: Boule De Suif

AUTORE: Guy de Maupassant TRDUZIONE: Franca Brea

EDITORE: Mattioli 1885
PP.
112 Euro:10,00

Pubblicata nel 1880 nella raccolta Les soirées de Médan e ispirata a un fatto di cronaca, la novella è ambientata nell’inverno del 1870. Per sfuggire all’invasione prussiana a Rouen, dieci persone prendono una diligenza. Con loro c’è anche la mantenuta Élisabeth Rousset, soprannominata ‘Boule de Suif ’ (palla di sego). Costretti a passare la notte a Tôtes, i viaggiatori vengono fermati da un ufficiale disposto a lasciarli ripartire, ma a una condizione: Boule de Suif dovrà concederglisi. Sacrificatasi per i suoi compagni, una volta ripreso il viaggio, la donna sarà da loro disprezzata e isolata. Uno specchio vivo, reale e senza tempo del perbenismo e dell’ipocrisia.
Il volume è inoltre arricchito da alcuni meno noti racconti dell’autore.

Tu ed io e altri racconti, di Andrej Donatovič Sinjavskij

TITOLO: Tu ed io e altri racconti

AUTORE: Andrej Donatovič Sinjavskij

EDITORE: Voland
PP.
208 Euro:18,00


A partire dal 1959 giunsero clandestinamente in Occidente alcuni testi d’impianto fantastico-grottesco firmati da Abram Terc. Quando venne appurato che dietro il misterioso Terc si nascondeva l’intellettuale moscovita Andrej Sinjavskij, le autorità politiche diedero avvio a un processo, celebrato nel 1966, che ebbe enorme risonanza dentro e fuori il paese, alla fine del quale Sinjavskij fu condannato a sette anni di gulag per attività antisovietica. Sei racconti, di cui uno finora inedito in Italia, dal potente effetto straniante, che ruotano intorno ai temi della colpa, della marginalità della creazione artistica, dello scontro con il sistema e della solitudine.

Beviamo un altro bicchiere?, AA.VV

TITOLO: Beviamo un altro bicchiere?

AUTORE: AA.VV

EDITORE: Rizzoli
PP.
288 Euro:13,50

Gli incontri più interessanti si fanno davanti a un calice di vino, sugli sgabelli di un’izakaya sorseggiando una birra o a tarda notte condividendo del sakè caldo. L’alcol è amico della conversazione, rompe il ghiaccio e risveglia antiche emozioni ma è anche capace di mettere a nudo fragilità, debolezze e vecchi dolori. Come succede in L’acquario d’inverno di Mitsuyo Kakuta dove un uomo e una donna, i cui partner sono astemi, iniziano a frequentarsi per caso, finiscono per diventare amanti e arrivano a chiedersi se il senso della loro relazione sia tutto nella rassicurante compagnia di un calice di vino e di una birra ghiacciata; o in Terra, mare e aria di Roswell Hosoki in cui il protagonista riflette su quanto cambia il sapore di ciò che beviamo quando è accompagnato dall’ebrezza di mettersi in viaggio e ripercorre con tenerezza e un pizzico di malinconia quegli istanti sospesi e carichi di emozione vissuti in treno, nave e aereo. In questo libro nove tra le più interessanti voci della narrativa giapponese contemporanea hanno creato atmosfere in cui si intrecciano storie, amori e solitudini, nove racconti in cui un bicchiere bevuto da soli con i propri pensieri o condiviso guardandosi negli occhi si fa punto di partenza e di arrivo sulla strada di ricordi, passioni e attimi che riassumono il senso di una vita intera.

Sparire qui, di Marta Ciccolari Micaldi

TITOLO: Sparire qui

AUTORE: Marta Ciccolari Micaldi

EDITORE: Rizzoli
PP.
480 Euro:18,50

C’è una linea che unisce la vita di una donna nei suoi trent’anni a quella di un Paese lontano, immenso e controverso: gli Stati Uniti d’America. Questa linea attraversa metropoli, deserti, oceani e angoli di provincia e disegna mappe, ritratti, situazioni, incontri: disegna storie personali e collettive di un territorio e di un tempo che rifiutano comode definizioni e si rivelano nella loro complessità, nella dolcezza che ha bisogno della crudeltà, nella bellezza che non può stare senza l’ingiustizia. Dai campi di grano di David Foster Wallace del Midwest al confine con il Messico, dal New Jersey alle paludi della Louisiana di True Detective, dai grattacieli di New York alle strade di Los Angeles di Joan Didion, dal Texas che, come suggerisce Cormac McCarthy, custodisce “il segreto del mondo” alle vette del Colorado, questo libro è un’immersione in quell’America così familiare e al tempo stesso sconosciuta, che nutre i nostri sogni e dà forma ai nostri incubi. E il racconto di luoghi e momenti della società e della storia contemporanea statunitense che, nonostante si rispecchino spesso nella letteratura, arrivano sulla pagina in tutta la loro realtà. Ma è anche la storia di come quella donna ha ritrovato il suo personalissimo “sogno americano” nell’incontro con persone sconosciute, nel confronto con risvolti dell’attualità, nell’esplorazione di luoghi remoti e nel dialogo con i personaggi dei libri. Con “Sparire qui” Marta Ciccolari Micaldi ci porta alla scoperta degli Stati Uniti in tutta la loro struggente complessità e ci invita a perderci con lei sulle strade della solitudine, dello stupore, dell’ignoto e della libertà.

Tutti i racconti, di Abraham B. Yehoshua

TITOLO: Tutti i racconti

AUTORE: Abraham B. Yehoshua TRADUZIONE: Alessandro Guetta, Alessandra Shomroni

EDITORE: Einaudi
PP. 480 Euro:14,50


Il libro raccoglie tutti i racconti scritti da Yehoshua: dodici storie pervase da atmosfere surreali, nelle quali i personaggi si muovono in bilico tra sogno e realtà, preda di un disagio che si trasforma in stanchezza, in un bisogno incontrollato di dormire. Sono dei perdenti, gli «eroi» di Yehoshua; uomini stanchi, incapaci di raggiungere i propri scopi, privi di certezze. Nemmeno i sentimenti sono un’ancora di salvezza, gli equilibri familiari sono fragili, gli amori disillusi. Eppure, il tormento e la disperazione appaiono lontani: ironia e divertimento sono la cifra di una prosa intensa, coinvolgente e tuttavia leggera. Una prosa che dimostra il talento narrativo che ha fatto di Yehoshua uno dei maggiori esponenti della letteratura israeliana.

Il vecchio gioco di esistere, di Giorgio Manganelli

TITOLO: Il vecchio gioco di esistere

AUTORE: Giorgio Manganelli

EDITORE: Hacca edizioni
PP. 64 Euro:13,00


Nel ricordo di Augusto Frassineti, Giorgio Manganelli arriva a definirlo “delibatore di parole”. Questo è stato, soprattutto, Manganelli. E la conferma arriva da questi squisiti “Obituaries”, un genere – giornalistico e letterario – che impone asciuttezza, intelligenza, deferenza, rispetto ma anche una sana consapevolezza di sé. Manganelli, in questi veloci ritratti “in morte di”, non cessa di essere “il Manga”. Ma non se ne compiace: dà, a ciascuno dei suoi protagonisti, quel che spetta. Eccellenze e miserie, debolezze e vertigini. Da Borges a Eliade (“camminatore di labirinti”), da Melotti a Novelli: una rassegna di umani e umanità, all’insegna della verità della letteratura. E delle parole: da delibare, in silenziosa ammirazione. (Stefano Salis)

Il messaggio dell'imperatore, di Franz Kafka

TITOLO: Il messaggio dell'imperatore

AUTORE: Franza Kafka

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Anita Rho
PP. 403 Euro: 14,00

Il messaggio dell’imperatore è la prima e più celebre raccolta di racconti di Kafka che sia apparsa in Italia. Il volume contiene i seguenti testi: La condanna; La metamorfosi; Il nuovo avvocato; Un medico condotto; In galleria; Una vecchia pagina; Sciacalli e Arabi; Una visita nella miniera; Il prossimo villaggio; Il cruccio del padre di famiglia; Undici figli; Un fratricidio; Un sogno; Una relazione accademica; Nella colonia penale; Primo dolore; Una donnina; Un digiunatore; Josefine la cantante; La costruzione della muraglia cinese; Intorno alla questione delle leggi; Lo stemma della città; Delle allegorie; La verità su Sancio Pancia; Il silenzio delle sirene; Prometeo; Il cacciatore Gracco; Il colpo contro il portone; Un incrocio; Il ponte; Piccola favola; Una confusione che succede ogni giorno; Il cavaliere del secchio; Una coppia di coniugi; Il vicino; La tana; La talpa gigante; Indagini di un cane.
«L’imperatore – così dice la leggenda – ha inviato a te, singolo individuo, miserabile suddito, ombra minuscola fuggita dall’abbagliante sole imperiale nelle più remote lontananze, proprio a te ha inviato un messaggio dal suo letto di morte». - Franz Kafka

Madri, padri e altri, di Siri Hustvedt

TITOLO: Madri, padri e altri

AUTORE: Siri Hustvedt

EDITORE: Einaudi TRADUZIONE: Gioia Guerzoni
PP.
352 Euro: 22,00


«Siamo tutti, in un modo o nell’altro, fatti di ciò che definiamo “memoria”, non solo i brandelli di immagini che si sono consolidati ripetendo le nostre storie, ma anche i ricordi che abbiamo introiettato senza capire – il profumo che porta con sé qualcosa che abbiamo perduto o un gesto o il tocco di una persona che ce ne fanno venire in mente un’altra, oppure un suono, vicino o lontano, che scatena una paura sconosciuta». È proprio da qui, dalle sue esperienze personali, da quella «memoria» nel senso piú ampio e profondo che Siri Hustvedt parte per una sorprendente esplorazione attraverso il mondo delle arti e l’universo delle scienze, alla ricerca di quello che c’è alla base del nostro modo di pensare, di agire, di amare. Dalle figure femminili che hanno avuto un ruolo centrale nella sua vita – la nonna paterna Tillie, protagonista di tanti ricordi d’infanzia, la madre Ester, «una donna particolare» di cui ha amato ogni sfaccettatura, la figlia Sophie – alle ideali madri artistiche, come Djuna Barnes, che l’hanno accompagnata negli anni della formazione; dalla riflessione sul concetto stesso di maternità all’interno di una cultura plasmata dal patriarcato a una fine analisi delle ragioni che si celano dietro la misoginia; dal mistero che lega indissolubilmente il lettore a un libro come Cime tempestose alla magia delle mille forme della finzione letteraria; dalla fugacità della percezione dell’arte negli occhi di chi la osserva a un’affascinante panoramica delle opere di Louise Bourgeois. I venti saggi di Madri, padri e altri toccano alcune delle tappe piú importanti del sapere umano – letteratura, filosofia, storia, antropologia, critica d’arte, teoria politica, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, embriologia, epigenetica – dando vita a uno straordinario viaggio intellettuale e simbolico, personale e insieme universale.

Leggende friuliane, Carlo H. De' Medici


TITOLO: Leggende friuliane

AUTORE: Carlo H. De’ Medici

EDITORE: Cliquot
PP. 96 Euro: 22,00

Terre pietrose e riarse con castelli turriti, villaggi miasmatici ed eremi desolati sono la tetra scenografia di una serie di evocativi racconti ispirati alle leggende e al folklore dell’area più orientale del Friuli. Un Medioevo discronico dove i protagonisti sono cavalieri e dame, principi e popolane, ancelle e masnadieri, figure storicamente esistite e personaggi di fantasia, oltreché diavoli, fantasmi e raffigurazioni mitiche della tradizione locale.

Queste Leggende friulane (uscite per la prima volta nel 1924 e frutto di una ricerca appassionata durata anni) sono forse il lavoro più insolito e minuzioso di Carlo H. De’ Medici, lo scrittore e illustratore di Gradisca d’Isonzo dimenticato per quasi un secolo e oggi diventato “di culto” fra gli amanti del gotico e del bizzarro. Con il suo consueto stile raffinato e retró, denso di richiami esoterici, l’autore ci propone sei storie in cui il macabro e il morboso sono la suggestione di sottofondo alle avventure cavalleresche che trattano, come nella migliore tradizione, di amore, morte, onore, peccato ed espiazione.

I bambini si rompono facilmente, di Silvia Vecchini

TITOLO: Il terzo tempio

AUTORE: Silvia Vecchini

EDITORE: Bompiani
PP. 80 Euro: 14,00

Mamme fragili che rischiano di sbriciolarsi, nonne arrabbiate e urlanti, adulti distratti o troppo accalorati che criticano, giudicano, sentenziano. Una bambina con una coda di sirena che stupisce la spiaggia per le ragioni sbagliate; una bambina che non parla e che i grandi cercano di estrarre dal suo silenzio ricattandola con mille tentazioni; un bambino che pesca nel lago, aspettando con pazienza di catturare il pesce più bello di tutti, che forse pesce non è; un bambino agitato dall’arrivo di un fratellino nella nuova famiglia del padre e poi capace di comporre una nuova serenità, se solo fosse vero; un bambino che si ostina a voler trovare rifugio in cima a un armadio, in ricordo di una traversata in cui qualcuno l’ha issato in alto perché la calca degli adulti compressi dentro la stiva non lo schiacciasse. I bambini di Silvia Vecchini sono così: rischiano di rompersi, forse si sono già rotti, ma qualche volta sono così forti e precisi da saper aggiustare i grandi in pericolo, e da aggiustarsi da soli. Con la precisione della prosa e lo slancio della poesia, che aveva già mescolato in Prima che sia notte, l’autrice racconta bambini veri alle prese con situazioni più grandi di loro. Qualche volta ne escono incrinati, però vinti mai.

Il terzo tempio, di Abraham B. Yehoshua

TITOLO: Il terzo tempio

AUTORE: Abraham B. Yehoshua TRADUZIONE: Sarah Parenzo

EDITORE: Einaudi
PP.
96 Euro: 14,00

Ingannando la giovane Esther Azoulay, guidandola verso una conversione non necessaria, il rabbino Eliahu Modiano ha sabotato il suo progetto di matrimonio con David Mashiah. Secondo le norme del diritto ebraico, proprio a causa di questa conversione, la loro unione è proibita e i loro figli non sarebbero ammessi con il padre al servizio sacerdotale nel Terzo Tempio. Benché la tradizione ebraica ortodossa preveda che il Terzo Tempio sorga in corrispondenza di quello precedente distrutto dai Romani nel 70 d.C., ovvero sull’attuale spianata delle moschee, Esther, donna, straniera e convertita, sottopone al Tribunale un’idea sorprendente che potrebbe cambiare le sorti d’Israele prima ancora delle proprie: «Fuori dalle mura della città vecchia, modesto, umile, tra la Tomba di Assalonne e la valle della Geenna. Un Tempio che non interferisce né minaccia con la sua architettura nessun altro luogo santo. Seppur modesto, questo Tempio assumerà un ruolo drammatico e rivoluzionario». Una proposta che salverebbe il suo matrimonio, e che nasconde un profondo messaggio di pace per uscire dalla spirale di violenza che insanguina quella terra. Fino alla fine Abraham Yehoshua ha sognato che arrivasse quel momento, il momento della pace: una pace attesa e desiderata come la venuta di un nuovo Messia.

Paura della matematica, di Peter Cameron

TITOLO: Paura della matematica

AUTORE: Peter Cameron TRADUZIONE: Luciana Bianciardi

EDITORE: Adelphi
PP.7104 Euro 11,00


Che ci racconti di un ragazzo che in casa decide di non dire più una parola, mentre intrattiene una fitta corrispondenza con i carcerati, oppure di un adolescente che, alla morte del suo cane, si convince che nelle formule dell’algebra si annida il segreto della felicità, oppure ancora di una coppia di ragazzi gay in visita presso una nonna eccentrica e molto amata, Cameron sembra non aver mai fatto altro che scrivere storie per noi. Storie di giovinezza, di inquietudine e nostalgia, di amori e famiglie e vita quotidiana, affidate alla sua voce fresca e generosa – storie che, come accade con i suoi ammiratissimi romanzi, non dimenticheremo facilmente.

Madre nel cassetto, di Sergio La Chiusa

TITOLO: Madre nel cassetto

AUTORE: Sergio La Chiusa

EDITORE: Industria&Letteratura
PP.77 Euro 18,00

Mamma tentava di suicidarsi tutte le settimane. Le domeniche, di preferenza. Forse perché papà era a casa e poteva intervenire, per evitare il peggio. «Te ne pentirai», ammoniva lungimirante tagliandosi le unghie davanti al televisore mentre mamma rovistava tra i coltelli minacciando di tagliarsi le vene.

Un uomo inizia a parlare del suo rapporto con la madre. Altre figure, altri temi, altre ossessioni, però, si appropriano progressivamente della scena in un turbine di timori, rancori e rimorsi. “Madre nel cassetto” getta il lettore in una toccata e fuga iperbolica tra le inquietudini di una virilità dai caratteri parossistici e, forse, menzogneri.

Vite minuscole, di Pierre Michon

TITOLO: Vite minuscole

AUTORE: Pierre Michon TRADUZIONE: Leopoldo Carra

EDITORE: Adelphi
PP.204 Euro 12,00

«Il titolo di questo breve capolavoro è sbagliato, è forse l’unico difetto di questo incredibile narrare nell’ombra. Quelle vite che presto riaffondano nel buio – come ogni vita, del resto – possiedono qualcosa di raro, la grandezza. Grandezza del tempo che inghiotte, delle oscure file di antenati che riemergono per poi riscomparire, alberi alti nel vento e marciti nella terra in cui cadono come altisonanti eroi omerici, grandi estati e gelidi inverni, silenzi intorno alla tavola e bevute all’osteria, in cui il vino diventa presto sudore che si mescola a quello del lavoro nei campi, folate che sopravvivono a coloro che investono. Personaggi indimenticabili nel breve bagliore in cui appaiono nella narrazione come un volto appare per un momento nella luce della lanterna che illumina la stanza contadina. Generazioni si confondono, nel trapassare di volti, sorrisi e solitudini ognuna tuttavia stagliata per sempre, unica e insostituibile. Si cade nel buio come nell’incomprensibile mano di Dio; in ogni istante, dice un passo memorabile, comincia il passato e il futuro tutto distrugge».

In breve, di Franco Marcoaldi

TITOLO: In breve

AUTORE: Franco Marcoaldi

EDITORE: La Nave di Teseo
PP.320 Euro 18,00


“Vivo in mezzo ai libri, passo giornate intere nella mia personale biblioteca: tanto cospicua quanto caotica, disordinata. E dalla quale saltano fuori ogni due per tre delle autentiche perle di cui, magari, avevo dimenticato l’esistenza. Finisce così che spesso, cercando una cosa e trovandone tutt’altra, mi scopro a rileggere pagine che sul momento mi sembrano assolutamente inedite, tanto risultano fresche e potenti.”
Franco Marcoaldi compone qui un sorprendente lessico necessario, fatto di voci fulminanti che disegnano un breviario letterario, un manuale di sopravvivenza al conformismo del pensiero. Attraverso un dialogo serrato con amici vecchie nuovi, con libri famosi e dimenticati, con animali, film, alberi, quadri, foto, serie televisive, facendo leva sull’ironia
e un rinnovato sguardo critico sulla realtà, la scrittura di Marcoaldi illumina le gioie nascoste, piccole e grandi, che la vita continua a regalarci a piene mani.

Terra dei grandi numeri, di Te-Ping Chen

TITOLO: Terra dei grandi numeri

AUTORE: Te-Ping Chen

EDITORE: Racconti Edizioni TRADUZIONE: Milena Sanfilippo
PP.236 Euro 18,00


È un normale giorno di mercato quando in un villaggio anonimo e millenario irrompe il qiguo, un frutto dolcissimo che prima delizia tutti infondendo ottimismo e poi li strazia, facendo riemergere i drammi e le bugie di un passato collettivo mai davvero espiato. Come quello di Bayi, che in fuga da un ex tossico prova a rifarsi una vita in una città dove i bollettini quotidiani esortano al buonumore mentre i contestatori vengono fatti sparire. Nella nuova Cina il riscatto sembra mescolarsi inevitabilmente all’illusione, soprattutto personale: Cao Cao si arrabatta fra gli scarti del paese per costruire una macchina volante e ingraziarsi finalmente un disinteressato funzionario del Partito comunista; Zhu Feng punta tutto sugli indici del mercato azionario, smarrendo se stesso. Sono parabole individuali di un popolo proverbialmente compatto e contraddittorio, come i pendolari della stazione di Gubeikou, costretti da un guasto alla linea a ridefinire una società in miniatura in cui alla libertà vengono preferite la disciplina e le promesse di un’intera nazione.

Al cuore di questi dieci racconti ci sono personaggi teneri, bizzarri, talvolta inquietanti e spesso molto soli, persi nei grandi numeri della loro terra e forse uniti da un anelito di rivalsa che non è solo economica o sociale ma riguarda lo scarto tra generazioni, il tentativo di costruirsi un’identità fra ingerenze governative e nuovi modelli culturali – come a voler trovare il centro di una condizione esistenziale che appare sempre in bilico. Alternando favole cupe a storie più realistiche e taglienti, Te-Ping Chen ci restituisce un ritratto della Cina, e della diaspora negli Stati Uniti, tanto delicato quanto impietoso.