Avventure postume di personaggi illustri, di Roberto Alajmo e Marco Carapezza

TITOLO: Avventure postume di personaggi illustri
AUTORE: Roberto Alajmo e Marco Carapezza

EDITORE: Sellerio

pp. 192 Euro: 14,00

 

Dieci avventure esemplari, capitate post mortem a uomini e donne che nei secoli hanno goduto di fama mondiale. Personaggi illustri della storia e dell’arte, della letteratura e della scienza, pontefici, santi, statisti, rivoluzionari, filosofi che durante la loro vita erano stati forse padroni del proprio destino (e del destino di molti altri), fino al fatale momento in cui, nel tempo di un respiro, hanno perso per sempre il potere di incidere sul mondo. Sia detto con più coraggio e onestà: sono morti.
Ma poiché, come si legge in esergo a questo libro, fortunatamente «a morire sono sempre gli altri» (Duchamp), è proprio a partire da questa inevitabile piega del destino che Roberto Alajmo e Marco Carapezza si sono divertiti a raccontare con arguzia e intelligenza le vicissitudini postume di donne e uomini straordinari, le strade imprevedibili che hanno imboccato i loro resti terreni, le avventure spesso grottesche delle loro spoglie mortali.
«È del corpo», scrivono gli autori nel preludio a questo libro, «che bisognerebbe preoccuparsi quando viene a mancare il suo legittimo proprietario. Sul destino di alcuni cadaveri eccellenti, infatti, si apre un sipario imprevedibile, oltre il quale agiscono amore, fanatismo, anelito d’eternità, scaramanzia e molti altri fattori, secondo una ricetta variabile capace di trasformare in commedia anche la più fosca delle tragedie».
E così potremo seguire l’odissea, degna di una spy story, dei resti di Evita Perón, o la storia paradossale delle due teste di Cartesio, o ancora i tre funerali e mezzo di Pirandello e la sovietica manutenzione della mummia di Lenin. Fino all’incredibile macabro processo al cadavere di un papa dissepolto per l’occasione.
Questo libretto divagante e originale racconta in fondo come il culto delle reliquie, nato col cristianesimo, ha resistito alla modernità più razionalista per arrivare ai giorni nostri, trasformandosi però in una sorta di accanimento, una forma di inconscia vendetta della mediocrità sulla grandezza, in una miscela inestricabile di ammirazione, feticismo e invidia.

Invito al viaggio, AA VV

TITOLO: Invito al viaggio
AUTORE: AA VV

EDITORE: La Nave di Teseo

pp. 192 Euro: 18,00

 

Invito al viaggio è un itinerario letterario che attraversa alcune tra le città più belle d’Italia: dodici racconti compongono un ritratto inedito del nostro paese, riflesso nello sguardo di grandi narratori internazionali. Ogni città, evocata dalla voce di un autore, prende vita nella propria umanità, si mostra in nuovi colori capaci di sorprendere anche chi la vive quotidianamente, rivela le fantasie che è capace di ispirare. Così accade che Milano si trovi sotto scacco in un thriller ad alta tensione, che Venezia riesca a vivere finalmente senza limiti le sue tante anime, che imprevedibili storie d’amore nascano e, forse, svaniscano nel giro di poche ore tra le strade di Portofino e Firenze. O, ancora, che un gruppo di professori di greco si trovi sotto indagine ad Agrigento, che i trulli di Alberobello prendano vita in una favola senza tempo, che la storia e il presente si intreccino a Capri come a Palermo, a Napoli come a Siracusa e Taormina.

Un omaggio all’Italia raccontata dalle grandi voci della letteratura mondiale, un invito a scoprire (o riscoprire) luoghi che ci sono più o meno familiari, un’immersione nella bellezza della parola.

Gli autori e le città: Tahar Ben Jelloun, Portofino/Peter Cameron, Capri/Edward Carey, Alberobello/Mircea Caˇrtaˇrescu, Firenze/Michael Cunningham, Venezia/Kamel Daoud, Palermo/Jeffery Deaver, Milano/Anne Enright, Taormina/Jonathan Galassi, Siracusa/Andrew Sean Greer, Firenze/Petros Markaris, Agrigento/Lorrie Moore, Napoli

Impossibile lasciare la Terra, di Alejandra Costamagna

TITOLO: Impossibile lasciare la Terra AUTORE: Alejandra Costamgna

EDITORE: Edicola TRADUZIONE: Maria Nicola

pp. 168 Euro: 18,00

«In questi racconti, Alejandra Costamagna scrive con precisione e letale delicatezza di ossessioni, piaceri, violenze e malattie. La sua parola è come uno scalpello che indaga corpi tremuli, furiosi, talvolta oppressi dai loro stessi desideri.» 

Mariana Enriquez

 

Impossibile lasciare la Terra è un quartiere che si incastra perfettamente nella città letteraria costruita da Alejandra Costamagna, pluripremiata scrittrice cilena di cui Edicola ha già pubblicato il romanzo Il sistema del tatto e la raccolta di racconti C’era una volta un passero. Un quartiere abitato da gente sola, gente ossessionata, gente che si suicida però prima mangia e trova che il purè dell’ospedale sia delizioso. Costamagna è un orecchio che cammina per le strade, una predatrice di frasi, una fanatica della minuzia. Le sue storie divampano senza il minimo stridore, l’amabile sobrietà della sua scrittura pulsa sotto ogni assurda vicenda, e i suoi personaggi - così commoventi nel loro delirio di contraddizioni - sono calamite che trattengono chi legge in una realtà impossibile da lasciare.

Bestiario artico, di Frank Westerman

TITOLO: Bestiario artico AUTORE: Frank Westerman

EDITORE: Iperborea TRADUZIONE: Francesco Panzeri

pp. 416 Euro: 20,00

Sette animali artici incontrati durante le grandi esplorazioni del passato, sette storie di adattamento e sopravvivenza. E noi che strada seguiremo?

È il 1596 quando l’esploratore olandese Willem Barents affronta per l’ultima volta le regioni artiche. Vuole arrivare fino in Cina, una via oggi facilmente percorribile in estate, ma la sua nave rimane intrappolata nei ghiacci. Non ci saranno superstiti: quella terra appartiene agli orsi polari. Forse, siamo noi umani la «specie erratica» per eccellenza, di quelle avvistate sporadicamente in luoghi che di solito non abitano, e non gli uccelli che perdono la rotta: basta cambiare il punto di vista. Come fa Frank Westerman, componendo un bestiario di sette specie artiche che in Barents si imbatterono: narvalo, lemming, anguilla, oca colombaccio, orso polare, renna e granchio reale. Scoprendo che la natura e la storia spesso sono più improbabili delle favole. Così la zanna di un narvalo, l’unicorno del mare, ha sventato un attentato a Londra nel 2019. E se è un’invenzione umana il suicidio di massa dei lemming negli anni in cui ne nascono troppi, non lo è il viaggio dell’anguilla dai tropici a Capo Nord. Certe specie non le puoi bloccare, non le puoi recintare: come il granchio reale, importato dalla Siberia nel Mare del Nord, oggi specie invasiva dannosa ma fortunatamente commestibile. E mentre i ghiacci si sciolgono, gli orsi polari hanno imparato a restare sulla terraferma, a cacciare renne anziché foche. Sapremo adattarci anche noi alle sfide di un clima sempre più imprevedibile, in un mondo sempre più diviso? Con ironia, la curiosità più cocciuta e l’abilità del reporter consumato, Westerman si muove tra il Mare dei Wadden, Sachalin, Capo Nord e fino alle Svalbard per raccontare le incredibili storie di sette animali che hanno tanto da insegnarci.

Tre signore in riva al mare , di Rhoda Levine

TITOLO: Tre signore in riva al mare AUTORE: Rhoda Levine

EDITORE: Adelphi
TRADUZIONE: Livia Signorini ILLUSTRAZIONI: Edward Gorey

pp. 37 Euro: 18,00

Nel più remoto dei luoghi, in tre case in riva al mare, vivono le signore di questa storia: Edith Dell’Estasi, Catherine Dell’Accordo e Alice Del Rischio.
Ma perché una di loro passa la gran parte delle sue giornate appollaiata su un albero, col bello e il cattivo tempo, a scrutare l’orizzonte?

Un racconto lieve e struggente sulla forza visionaria del sogno d’amore, dove la grazia dei disegni di Edward Gorey incontra a passo di danza le rime di Rhoda Levine.

I dilemmi delle donne che lavorano, di Fumio Yamamoto

TITOLO: I dilemmi delle donne che lavorano AUTORE: Fumio Yamamoto

EDITORE: Neri Pozza
TRADUZIONE: Gala Maria Follaco

pp. 224 Euro: 18,00

Guardai il vagone pieno di impiegati mezzo addormentati e pensai che gli uomini fossero tanto da ammirare quanto da compatire. Nascono maschi e per questo sono tenuti a recitare la parte del più forte, al lavoro come in famiglia. Non possono accontentarsi della fetta più piccola.

Haruka deve smettere di parlare della sua malattia, ma non sa se ne è capace. È guarita, eppure la malattia sembra ormai diventata la sua identità. Tutti nella sua vita, amici, fidanzato, famiglia, la vedono come la solita Haruka. Nessuno pare accettare la sua trasformazione. Izumi deve trovarsi un lavoro ma, da quando è stata costretta a stravolgere la sua realtà, non è più sicura di volerlo. E se questa nuova vita, senza marito e senza occupazione, fosse la felicità? Ogni notte Katō deve arrivare alla fine del turno al minimarket senza essere molestata. Deve soprattutto cercare di non pensare alla figlia adolescente, che non vive più in casa da quattro anni e che spera solo di non diventare mai come sua madre. Mito deve scegliere se sposare il suo fidanzato. Oppure lasciarlo. Dopo sette anni, sarebbe il naturale esito della loro relazione, anche se per Mito significherebbe sposare un quasi trentenne disoccupato: e se il passato fosse tutto quello che è rimasto fra loro? Sumie deve fermarsi. Selvaggia e senza un luogo in cui posarsi, cerca calore, forse adorazione, di sicuro una vita eccitante. Non è però disposta a barattare nulla in cambio della sua libertà.
In questo libro ormai diventato di culto, Fumio Yamamoto racchiude le tante anime femminili della società giapponese, tra emancipazione e ruoli tradizionali, aspirazioni legittime e millenarie aspettative. Riscoperto a venticinque anni dalla prima pubblicazione, e solo ora tradotto in italiano, questo classico moderno, femminista e anticapitalista, è una lettura senza tempo.

La bottega del pane, di Lucio Di Cicco

TITOLO: La bottega del pane AUTORE: Lucio Di Cicco

EDITORE: L’Orma Editore

pp. 240 Euro: 21,00

Centoventi anni di storia di una piccola città d’Abruzzo, narrati attraverso le vicende dei suoi baroni e del suo popolo, più il declino di un nobile palazzo e l’incessante rotolare di una piccola pietra screziata di azzurro, ovale e perfetta come un uovo di drago.

Sulmona, 1839. Il barone don Panfilo Merlino parte alla volta di Napoli per l’inaugurazione della prima ferrovia del Regno. In tasca ha un sasso screziato d’azzurro – «ovale e perfetto come un uovo di drago» – che crede fatato. È l’inizio di una lunga traversata, tra diligenze sgangherate, briganti di montagna e osterie immerse nel fango. Ma è anche la prima di molte storie che attraversano più di un secolo, seguendo le vicende di un’antica famiglia nobiliare, del suo palazzo e del popolo che vive all’ombra delle sue mura.
La pietra azzurra passa di mano in mano, tra le dita tremanti di un pastore novello sposo, nel borsello rapace di un fuorilegge, nel palmo insanguinato di un ufficiale, e finisce appesa con una catenina d’argento alla parete di una dimora ormai spoglia. Intanto si canta, si ama e si muore: un sarto zoppo impazzisce per una bella pantalonaia, una giovane per difendere la propria dignità si arma di coltello, cittadini stremati dalla fame insorgono contro il podestà.
Con una prosa ironica e struggente, Lucio Di Cicco dipinge un potente affresco in cui fantasia e memoria si impastano per dare vita a ogni gesto, ogni voce, ogni superstizione, e un mondo andato perduto riprende a pulsare nel flusso del racconto in tutta la sua più partecipata umanità.

Otto passi sul Reno, di Luca Baldoni

TITOLO: Otto passi sul Reno

EDITORE: Ex Orma

pp. 232 Euro: 16,90

Tra i vigneti terrazzati e le leggendarie gole della Loreley, ogni castello custodisce un segreto e racconta una storia; ogni passo rivela rovine di antiche fortezze, architetture sorprendenti, paesaggi mozzafiato, tradizioni millenarie, leggende romantiche e cicatrici di guerre che hanno plasmato l’identità e la cultura tedesca.
La grande Storia rivive accanto alla magia di un luogo incantato: dalle Libere Città Imperiali a Ildegarda di Bingen, da Heinrich Heine ai Fratelli Grimm, il Cammino dei Castelli del Reno diventa un viaggio di scoperta dell’anima profonda della Germania.

Gli uccelli, di Daphne du Maurier

TITOLO: Gli uccelli

EDITORE: Il Saggiatore

pp. 328 Euro: 18,00

L’invalido di guerra Nat Hocken scruta il mare vicino alla sua fattoria. Gli piace osservare il movimento degli uccelli sopra l’acqua, vedere come cambia al mutare delle stagioni, seguendo l’urgenza di mettersi in viaggio, migrare verso sud. Quest’anno, però, gli uccelli sembrano molti più del solito e meno timorosi del contatto umano: si avvicinano imprudentemente agli aratri al lavoro sui campi, si accalcano alle finestre come a cercare un riparo dall’inverno che si avvicina. Qualcosa non va. Perché uno stormo ha assalito Nat in casa sua cercando di penetrargli con il becco le orbite? Perché i cieli si fanno neri di bestie improvvisamente ostili? Con il passare delle ore le aggressioni si fanno sempre più feroci e frequenti. È l’inizio di una battaglia tra natura e uomo che non potrà che concludersi con la sconfitta di una delle due parti. 

I sei racconti della raccolta Gli uccelli – qui riproposti come nell’edizione del 1952 – sono uniti da un filo di tensione e angoscia. Daphne du Maurier si dimostra ancora una volta una maestra dell’attesa, capace di andare in profondità nelle psicologie, di dare vita a una suspense in grado di farci provare il desiderio che il tormento finisca subito e, assieme, che continui ancora a lungo. 

Spesso considerata una scrittrice di «genere», commerciale, e quindi trascurata dalla grande critica, in questi racconti du Maurier si dimostra invece straordinariamente abile nel cesellare il terrore con un’abilità sovrannaturale, di dipingere l’ossessione in modo impossibile da dimenticare. Dimostrando che la grande scrittura non è quella che ti indica con precisione gli uccelli che volano nel cielo: è quella che non ti fa più guardare al cielo nello stesso modo.

Frammenti di Kurdistan, a cura di Francesco Marilungo

TITOLO: Frammenti di Kurdistan

EDITORE: Polidoro CURATELA: Francesco Marilungo

POSTFAZIONE: Silvia Ballestra Euro: 16,00

Dal carcere alla montagna, dalla protesta delle madri dei desaparecidos curdi alle linee di confine che come cicatrici dividono in quattro parti una geografia mai diventata nazione.
La letteratura curda riflette la condizione politica del paese da cui nasce: diviso, controllato, colonizzato. In un territorio in cui studiare nella propria lingua madre
è impossibile, l’esilio diventa una tappa obbligata. Sparigliati per i sentieri della diaspora, gli scrittori curdi vivono il loro paese d’origine nella dimensione del frammento, della perdita, della distanza, ma anche della memoria tenuta in vita dalla lingua. Dai racconti di sapore testimoniale e civile, ai viaggi lisergici che trasmutano la realtà politica in assurde scomposizioni del corpo; dalle narrazioni epiche che affondano le radici nel patrimonio folkloristico curdo, al racconto dell’esilio e dell’emigrazione che costringono a rinegoziare la propria identità.

Prefazione di Silvia Ballestra.

Ammazzare il vento, di Stefano Scrima

TITOLO: Ammazzare il vento

AUTORE: Ortica Editrice

pp.102 Euro: 10,00

Quando l’attesa dell’autobus diventa un’esperienza metafisica, un supermercato un’arena apocalittica, vivere acquisisce finalmente un senso, anche se fosse la sua stessa insensatezza. Mios, il protagonista di questa raccolta di racconti, affronta l’esistenza come un labirinto in cui ogni svolta conduce a riflessioni impreviste sul tempo, la vita o il nulla. Ogni racconto è un frammento di un casuale disegno molto più piccolo, un universo dove il sublime si nasconde dietro l’apparente banalità dei giorni. Mios era chiuso, murato nella sua stanza a giocare coi sentimenti. Ne estrasse uno e lo lanciò contro il giradischi che iniziò a suonar male, poi, nelle mani, ne strinse un altro fino a renderlo pensiero. "Cos’è questo ronzio infernale?" si domandò dai bordi della sua poltrona sfondata, "Una zanzara, uno stridio dell’anima?" Niente di simile, soltanto la puntina del giradischi che sbeffeggiava il vinile. Fuori dalla finestra le urla di manifestanti inviperiti col maltempo. In tv le previsioni.

La gru, lo stagno, il kimono, di Kanoko Okamoto

TITOLO: La gru, lo stagno, il kimono

AUTORE: Okamoto Kanoko

EDITORE : Lindau TRADUZIONE: Marcello Rotondo

pp.112 Euro: 16,00

Nei tre racconti che compongono questo volume – La gru inferma, Sogno di una notte di mezza estate, Storia di una vecchia geisha – Okamoto Kanoko, una delle più significative scrittrici giapponesi del ’900, esplora le vite di tre donne degli anni ’20 e ’30, tra passioni, illusioni e rinascite. Yōko rievoca il suo legame con un celebre scrittore, sospesa tra ammirazione e disincanto; Saiko, promessa sposa, sfiora l’amore proibito in un’estate di libertà; Kosono, geisha ormai anziana, trasmette a un giovane inventore il coraggio di cambiare.
Nel suo stile raffinato e visionario, Okamoto ritrae con straordinaria intensità l’anima femminile, tra memorie struggenti, desideri proibiti e ricerca di sé, rivelando il potere del desiderio e la forza silenziosa della trasformazione.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
«Sono sempre le donne ad avere un ruolo dominante nelle storie
di questa scrittrice, donne con un fuoco nel corpo e nell’anima». (Dacia Maraini)

Viaggio in giro per la mia stanza e tutti i racconti, di Xavier De Maistre

TITOLO: Viaggio in giro per la mia stanza e tutti i racconti

AUTORE: Xavier De Maistre

EDITORE: Bur Rizzoli CURATELA: Flavio Santi

pp.368 Euro: 15,00

Per viaggiare non serve attraversare oceani o terre remote: basta percorrere il perimetro di una stanza, scoprendo in ogni mobile e oggetto un ricordo, una visione, un sogno. È ciò che Xavier de Maistre compie nel 1790, mentre è confinato in una camera a Torino in seguito a un duello. Con tono giocosamente satirico, Viaggio in giro per la mia stanza rovescia il modello del Grand Tour settecentesco e delinea in quarantadue tappe una sorprendente “psicogeografia domestica” intima e ironica al tempo stesso. In questo volume vengono proposti anche Spedizione notturna e una collezione, finora inedita in Italia, di racconti e poesie di un autore amato da grandi come Puškin, Tolstoj ed Eco. Tra mura casalinghe, prigioni montane e paesaggi interiori, ciascun testo invita a osservare il familiare come fosse straniero e a cogliere il fascino nascosto nella banalità dei giorni, fino a trasformare ogni confine fisico in un orizzonte mentale.

Nero, di Amat Levin

TITOLO: Nero

AUTORE: Amat Levin

EDITORE: Neri Pozza TRADUZIONE: Gabriella Diverio

pp.688 Euro: 30,00

Secoli di colonialismo l’hanno resa irrilevante, studiosi superficiali ne hanno negato l’antichità, pregiudizi razzisti decretato l’inesistenza: la storia africana ha sempre avuto, per usare un eufemismo, scarsissimi sostenitori. Fino alla metà XX secolo non è stato fatto alcun tentativo di studiarla: si preferiva considerare l’Africa un insieme eterogeneo di stili di vita barbari che l’Occidente si era lasciato alle spalle, uno “spazio vuoto” che aveva acquistato vita solo con l’arrivo dell’uomo bianco. Quando finalmente si cominciò a frequentarla, gli storici si concentrarono solo sul periodo coloniale, per mancanza di fonti autoctone o per l’impossibilità di unificare in un quadro esaustivo elementi tanto diversi tra loro, polverizzati in una massiccia migrazione, violenta e forzata, una diaspora immensa. Ma qualcosa accomuna tutti quegli elementi: appartengono a popolazioni dalla pelle nera e sono stati sistematicamente ignorati. È proprio ai neri, in Africa o lontano dal continente, che Amat Levin dedica dunque questo libro: a coloro le cui storie, vicende e identità brillano per l’assenza dalla storiografia ufficiale. Dall’impero dimenticato di Aksum, grande potenza dell’antichità, al regno di Mapungubwe, il più antico dell’Africa meridionale; da Yasuke, samurai nero nel Giappone del XVI secolo, ad Anton Wilhelm Amo, primo africano in un’università europea; dalla principessa Yennenga, guerriera Mossi che combatté per il diritto di sposarsi, a “Sister” Rosetta Tharpe, afroamericana dell’Arkansas, madrina del rock’n’roll. Politica, geografia, religione, tradizione si intrecciano in questo mosaico di piccole e grandi storie che fanno di Nero uno strumento prezioso per immaginare l’Africa di domani.

Lamento per Julia, di Susan Taubers

TITOLO: Lamento per Julia

AUTORE: Susan Taubes TRADUZIONE: Giuseppina Oneto

EDITORE: Fazi

pp.276 Euro: 18,50

Julia Klopps, nata in una famiglia dell’alta borghesia mitteleuropea, è figlia di padre e madre Klopps, persone fredde e bizzarre che vivono in una casa decadente circondate da cameriere e tate. Da piccola Julia è una sognatrice, si rifugia nella soffitta e fantastica di essere rapita dagli zingari o da un principe nero. A quindici anni viene deflorata da Bruno, un soldato poco attraente, e a diciotto sposa Peter Brody, brillante ingegnere navale dalla testa piccola e l’aspetto grigio. Compiuti i trent’anni, quando forse dovrebbe prendere una decisione sulla donna che vorrebbe essere, Julia sparisce. A piangere la sua scomparsa e a narrare la sua storia è una voce senza corpo: uno spirito che si suppone incaricato della sua super- visione. Che cos’è questo spirito? Un operatore dall’alto (anche se non certo un santo), un io narrante, una presenza guida più che un voyeur. Di lei sa molto e molto poco, perché l’essere emotivo, fisico e sessuale di Julia è sconcertante, ma anche affascinante, per un’entità che è pura mente. I due sono una coppia male assortita, destinata al fallimento fin dall’inizio, anche se per un po’ riescono a gestire l’infanzia, mamma e papà, i brutti vestiti rosa, i balli e le cotte. Poi arrivano l’amore e il matrimonio, non necessariamente in quest’ordine, e a quel punto le cose iniziano ad andare davvero male.
Lamento per Julia, capolavoro del grottesco elogiato da Susan Sontag e Samuel Beckett, è una brillante esplorazione della doppia coscienza di una donna. Rimasto inedito durante la vita di Susan Taubes, è stato recentemente pubblicato negli Stati Uniti dalla prestigiosa NYRB insieme alla selezione di racconti inclusa in questo volume.

I racconti, di Tomasi di Lampedusa

TITOLO: I racconti

AUTORE: Tomasi di Lampedusa

EDITORE: Feltrinelli

pp.176 Euro: 12,00

Per Feltrinelli, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha rappresentato un momento di svolta. Siamo nel 1958, appena un anno dopo la pubblicazione del Dottor Živago, e Giorgio Bassani si interessa al manoscritto di un autore pressoché sconosciuto. Si tratta, ovviamente, del Gattopardo, che cattura i lettori di tutto il mondo e conquista il premio Strega per la sua capacità di interpretare il tramonto di un’epoca. Del successo del suo romanzo Tomasi di Lampedusa non beneficiò, perché morì prima di vederlo pubblicato. Alla luce di questo, la presente raccolta acquista un peso ancora maggiore, perché riunisce i pochissimi scritti composti parallelamente al romanzo. Nel giro di tre racconti e un testo autobiografico, Tomasi di Lampedusa fa mostra della sua impareggiabile eleganza, spaziando dal ricordo d’infanzia al primo capitolo di un romanzo mai scritto, dalla misura perfetta di La gioia e la legge fino alle pagine traboccanti di La sirena, uno dei racconti più belli del Novecento italiano. Qui, la penna dell’autore sconfina nel surreale mentre segue le vicende del vecchio professore La Ciura, che dopo aver conosciuto l’amore di una sirena in gioventù non riesce più a gustarne altro.

Racconti della Resistenza europea, di AA.VV

TITOLO: Racconti della Resistenza europea

AUTORE: AA.VV

EDITORE: Einaudi CURATELA: Gabriele Pedullà

pp.430 Euro: 22,00

Nel 2005, per il sessantesimo anniversario della Liberazione, in questa stessa collana Gabriele Pedullà aveva curato i Racconti della Resistenza, che da allora si sono imposti come una lettura imprescindibile sull’argomento. A distanza di vent’anni esatti Pedullà prosegue quella ricerca allargando lo sguardo all’intero continente europeo. Perché la Resistenza non è stata una soltanto, o forse sí: nel quadro eterogeneo degli Stati assoggettati al nazifascismo, nonostante le mille differenze, la ribellione contro l’oppressore è riuscita a unire tutti i popoli d’Europa nel nome degli stessi ideali di pace e di libertà. Se durante la guerra non mancarono le pubblicazioni clandestine pensate per rinsaldare le coscienze dei cittadini e spingerli al sabotaggio degli occupanti, è soprattutto dopo la Liberazione che su quegli anni sono fioriti in ogni lingua romanzi, racconti, memoriali, apologhi e addirittura favole, segnando nel profondo la letteratura del secondo Novecento a mano a mano che gli scrittori piú diversi ne davano la propria interpretazione narrativa. Malgrado la distanza geografica e l’estrema varietà dei registri adoperati (realistico, tragico, comico, allegorico, fantastico…), quest’antologia unica nel suo genere tenta oggi per la prima volta di tenere assieme quelle voci e quelle esperienze, e soprattutto di farle dialogare tra loro. Da Gary a Malraux, da Borowski a Grossman, da Steinbeck a Dürrenmatt, da Blanchot a Seghers, nella selezione di Gabriele Pedullà i grandi nomi della letteratura del Novecento affiancano autori meno noti e testi finora inediti in italiano. Tassello dopo tassello, prende forma cosí un mosaico di storie in grado di restituire ai lettori di oggi, in tutte le sue sfumature, la dolorosa ma esaltante battaglia per la libertà in cui affondano le radici delle nostre democrazie.

La mappa segreta. Testi ritrovati, di Jorge Luis Borges

TITOLO: La mappa segreta. Testi ritrovati

AUTORE:J orge Luis Borges

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Rodja Bernardoni CURATELA: Tommaso Scarano

pp.285 Euro: 22,00

Immane Atlantide sommersa, le quasi duemila pagine dei Textos recobrados – recuperati e radunati dopo la scomparsa di Borges – rivelano le molteplici linee di forza di una riflessione critica di sconcertante novità. Rispetto ai fervori iconoclasti degli anni Venti (documentati in Il prisma e lo specchio, 2009), si colgono qui, già a partire dai primi anni Trenta, una tonalità e nuclei di pensiero e di interesse del tutto inediti: l’inconsistenza dell’io, giacché una persona «non è altro che ... la serie incoerente e discontinua dei suoi stati di coscienza» e «la sostanza di cui siamo fatti è il tempo o la fugacità»; la letteratura poliziesca, che riesce a conciliare «lo strano appetito d’avventura e lo strano appetito di legalità»; le immagini dell’incubo, «la tigre e l’angelo nero del nostro sonno», disseminate nella letteratura da Wordsworth a Kafka; il gaucho, «amato territorio del ricordo» e «materia di nostalgia»; il tramonto del concetto di testo definitivo, che «appartiene alla superstizione e alla stanchezza»; la rivelazione che Buenos Aires, un tempo oggetto di caparbie trasfigurazioni poetiche, può essere descritta solo «per allusioni e simboli». Ma quel che più affascina è la perfetta architettura di questi scritti, capaci, quale che sia l’argomento prescelto, di espandere il nostro orizzonte (talora con un semplice inciso: «Nel mondo immaginato da Walpole, come in quello degli gnostici siriani e in quello di Hollywood, c’è una guerra continua tra le forze del male e quelle del bene») e di ravvivare il dialogo fra due interlocutori che «lo scorrere del tempo avvicina e allontana, ma non separa»: il testo e il lettore.

Un paniere di chiocciole, di Tommaso Landolfi

TITOLO: Un paniere di chiocciole

AUTORE: Tommaso Landolfi

EDITORE: Adelphi

pp.320 Euro: 24,00

Costretto a lavorare su un minuscolo scrittoio, il protagonista di A tavolino realizza che lo spazio è insufficiente «a qualunque libera espansione dell’intelletto» e che la redazione di testi «eterni e feraci» gli è ormai preclusa. Eppure, ribadisce a sé stesso, «ho da fare un articolo, e se non lo faccio i miei figlioletti rimangono desolati, famelici...». Così, con feroce autoironia, Landolfi mette in scena la sua condizione di elzevirista al soldo del «Corriere della Sera» e un’idea di letteratura sfrondata di ogni alloro, prigioniera di una gabbia coercitiva, ridotta alla funzione di gagne-pain. Ma proprio nel loro carattere di scrittura ricondotta alla sua chimica essenza risiede il fascino di questi cinquanta elzeviri, perfetti congegni capaci di evocare incontri mancati, occasioni ignorate perché «il gelido soffio della disperazione» spazza via ogni speranza; di vivisezionare relazioni di coppia oblique, simili ad acerbi duelli o a una «benigna trama di nulla»; di rivelare, con la gelida efficacia dell’incubo, l’inconsistenza di ciò che chiamiamo «io», di vanificare la fiducia nella ragione, di dar corpo alle nostre più segrete paure: nello splendido Il bacio, per esempio, l’invisibile creatura che ogni notte visita, imprimendogli un bacio sulle labbra, un timido e al principio deliziato notaio si rivela una falla «nel nero etere cosmico», decisa a succhiargli la vita. Un incubo è del resto il nostro vivere quotidiano, assediato dal bisogno, dal vuoto, da un angoscioso «senso d’irrealtà, di casualità» – dalla tragica consapevolezza che «la gente, quando non è noi, è odiabile perché non è noi; quando è noi, è odiabile perché è noi»

Il mostro di Firenze e altri racconti, di Lodovica San Guedoro

TITOLO: Il mostro di Firenze e altri racconti
AUTORE: Lodovica San Guedoro

EDITORE: Felix Krull Editore

pp.180 Euro: 17,00

“Questi racconti”, afferma Lodovica San Guedoro, “li ho scritti in un certo qual modo per tramandare quello che mi capitava da ragazza, e non solo, quando andavo per le vie del mondo. Il mostro di Firenze, o l’uomo che aveva tutta l'aria di esserlo, anche quello ho conosciuto. Svolgeva l’attività di affittacamere, e io sono stata sua ignara ospite per un pezzetto insieme a mio marito… Questo libro è perciò una piccola rassegna delle molestie sessuali subite principalmente in Italia per la strada, nei cinema, nei parchi, sui bus, prima di espatriare e anche tornando in patria per vacanze. Ma è stato in Germania che, con mia cugina, sono andata vicino alla violenza carnale e sfuggita forse alla morte.”

Ventisette racconti, ognuno dei quali è un’incantevole tessitura di ricordi multicolori, sfavillanti di luce e di bellezza, ognuno un episodio di un unico sogno: perché, per una misteriosa e affascinante alchimìa dello spirito, il passato si ripresenta agli occhi dell’anima con le movenze fluttuanti ed eteree di un lungo e vasto sogno, e a tal grado si mostra qui l’affinità di vita e sogno da indurre a riguardarlo, il passato, come il sogno già vissuto di quella stessa anima. Una musica apollinea e mozartiana con Leimotiv tuttavia dionisiaco. Una narrazione con un motivo ricorrente, l’insidia sessuale, che riemerge sempre nel bel mezzo o alla fine di una rievocazione. Nel mare di armonia, regolarmente irrompe una dissonanza. Tutti i racconti fatalmente s'incagliano in quel punto. Lo schema è contraddetto solo in tre di essi, significativamente intitolati “Dolce Stil Novo ” (I, II e III).

Sono prevalentemente brevi, come scritti su un’unghia, come fiori o farfalle che nascono, vivono e muoiono in poche ore e in quelle attingono alla massima vitalità e bellezza.