Viaggio in giro per la mia stanza e tutti i racconti, di Xavier De Maistre

TITOLO: Viaggio in giro per la mia stanza e tutti i racconti

AUTORE: Xavier De Maistre

EDITORE: Bur Rizzoli CURATELA: Flavio Santi

pp.368 Euro: 15,00

Per viaggiare non serve attraversare oceani o terre remote: basta percorrere il perimetro di una stanza, scoprendo in ogni mobile e oggetto un ricordo, una visione, un sogno. È ciò che Xavier de Maistre compie nel 1790, mentre è confinato in una camera a Torino in seguito a un duello. Con tono giocosamente satirico, Viaggio in giro per la mia stanza rovescia il modello del Grand Tour settecentesco e delinea in quarantadue tappe una sorprendente “psicogeografia domestica” intima e ironica al tempo stesso. In questo volume vengono proposti anche Spedizione notturna e una collezione, finora inedita in Italia, di racconti e poesie di un autore amato da grandi come Puškin, Tolstoj ed Eco. Tra mura casalinghe, prigioni montane e paesaggi interiori, ciascun testo invita a osservare il familiare come fosse straniero e a cogliere il fascino nascosto nella banalità dei giorni, fino a trasformare ogni confine fisico in un orizzonte mentale.

Nero, di Amat Levin

TITOLO: Nero

AUTORE: Amat Levin

EDITORE: Neri Pozza TRADUZIONE: Gabriella Diverio

pp.688 Euro: 30,00

Secoli di colonialismo l’hanno resa irrilevante, studiosi superficiali ne hanno negato l’antichità, pregiudizi razzisti decretato l’inesistenza: la storia africana ha sempre avuto, per usare un eufemismo, scarsissimi sostenitori. Fino alla metà XX secolo non è stato fatto alcun tentativo di studiarla: si preferiva considerare l’Africa un insieme eterogeneo di stili di vita barbari che l’Occidente si era lasciato alle spalle, uno “spazio vuoto” che aveva acquistato vita solo con l’arrivo dell’uomo bianco. Quando finalmente si cominciò a frequentarla, gli storici si concentrarono solo sul periodo coloniale, per mancanza di fonti autoctone o per l’impossibilità di unificare in un quadro esaustivo elementi tanto diversi tra loro, polverizzati in una massiccia migrazione, violenta e forzata, una diaspora immensa. Ma qualcosa accomuna tutti quegli elementi: appartengono a popolazioni dalla pelle nera e sono stati sistematicamente ignorati. È proprio ai neri, in Africa o lontano dal continente, che Amat Levin dedica dunque questo libro: a coloro le cui storie, vicende e identità brillano per l’assenza dalla storiografia ufficiale. Dall’impero dimenticato di Aksum, grande potenza dell’antichità, al regno di Mapungubwe, il più antico dell’Africa meridionale; da Yasuke, samurai nero nel Giappone del XVI secolo, ad Anton Wilhelm Amo, primo africano in un’università europea; dalla principessa Yennenga, guerriera Mossi che combatté per il diritto di sposarsi, a “Sister” Rosetta Tharpe, afroamericana dell’Arkansas, madrina del rock’n’roll. Politica, geografia, religione, tradizione si intrecciano in questo mosaico di piccole e grandi storie che fanno di Nero uno strumento prezioso per immaginare l’Africa di domani.

Lamento per Julia, di Susan Taubers

TITOLO: Lamento per Julia

AUTORE: Susan Taubes TRADUZIONE: Giuseppina Oneto

EDITORE: Fazi

pp.276 Euro: 18,50

Julia Klopps, nata in una famiglia dell’alta borghesia mitteleuropea, è figlia di padre e madre Klopps, persone fredde e bizzarre che vivono in una casa decadente circondate da cameriere e tate. Da piccola Julia è una sognatrice, si rifugia nella soffitta e fantastica di essere rapita dagli zingari o da un principe nero. A quindici anni viene deflorata da Bruno, un soldato poco attraente, e a diciotto sposa Peter Brody, brillante ingegnere navale dalla testa piccola e l’aspetto grigio. Compiuti i trent’anni, quando forse dovrebbe prendere una decisione sulla donna che vorrebbe essere, Julia sparisce. A piangere la sua scomparsa e a narrare la sua storia è una voce senza corpo: uno spirito che si suppone incaricato della sua super- visione. Che cos’è questo spirito? Un operatore dall’alto (anche se non certo un santo), un io narrante, una presenza guida più che un voyeur. Di lei sa molto e molto poco, perché l’essere emotivo, fisico e sessuale di Julia è sconcertante, ma anche affascinante, per un’entità che è pura mente. I due sono una coppia male assortita, destinata al fallimento fin dall’inizio, anche se per un po’ riescono a gestire l’infanzia, mamma e papà, i brutti vestiti rosa, i balli e le cotte. Poi arrivano l’amore e il matrimonio, non necessariamente in quest’ordine, e a quel punto le cose iniziano ad andare davvero male.
Lamento per Julia, capolavoro del grottesco elogiato da Susan Sontag e Samuel Beckett, è una brillante esplorazione della doppia coscienza di una donna. Rimasto inedito durante la vita di Susan Taubes, è stato recentemente pubblicato negli Stati Uniti dalla prestigiosa NYRB insieme alla selezione di racconti inclusa in questo volume.

I racconti, di Tomasi di Lampedusa

TITOLO: I racconti

AUTORE: Tomasi di Lampedusa

EDITORE: Feltrinelli

pp.176 Euro: 12,00

Per Feltrinelli, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha rappresentato un momento di svolta. Siamo nel 1958, appena un anno dopo la pubblicazione del Dottor Živago, e Giorgio Bassani si interessa al manoscritto di un autore pressoché sconosciuto. Si tratta, ovviamente, del Gattopardo, che cattura i lettori di tutto il mondo e conquista il premio Strega per la sua capacità di interpretare il tramonto di un’epoca. Del successo del suo romanzo Tomasi di Lampedusa non beneficiò, perché morì prima di vederlo pubblicato. Alla luce di questo, la presente raccolta acquista un peso ancora maggiore, perché riunisce i pochissimi scritti composti parallelamente al romanzo. Nel giro di tre racconti e un testo autobiografico, Tomasi di Lampedusa fa mostra della sua impareggiabile eleganza, spaziando dal ricordo d’infanzia al primo capitolo di un romanzo mai scritto, dalla misura perfetta di La gioia e la legge fino alle pagine traboccanti di La sirena, uno dei racconti più belli del Novecento italiano. Qui, la penna dell’autore sconfina nel surreale mentre segue le vicende del vecchio professore La Ciura, che dopo aver conosciuto l’amore di una sirena in gioventù non riesce più a gustarne altro.

TITOLO: Il mio tai chi

AUTORE: Lou reed

EDITORE: Jimenez Editore TRADUZIONE: Natascia Pennacchietti

pp.280 Euro: 22,00

Realizzato con la cura di Laurie Anderson, Stephan Berwick, Bob Currie e Scott Richman, Il mio Tai Chi è raccolta di scritti dedicati da Lou Reed all’arte marziale che più ha amato. Oltre che rinomato musicista, infatti, Lou Reed è stato anche un abile praticante delle arti marziali fin dagli anni Ottanta. Allievo del maestro Ren GuangYi, pioniere del Tai Chi Chen, Reed ha più volte dichiarato che la pratica del Tai Chi ha avuto un fortissimo impatto sul suo modo di pensare, di suonare, di vivere. Il mio Tai Chi nasce da un progetto che lo stesso musicista aveva iniziato nel 2009, interrotto dalla sua morte nel 2013. «Voleva scrivere un libro che spingesse le persone a praticare il Tai Chi», ha scritto Anderson nella sua introduzione: questa raccolta completa degli scritti di Reed sul Tai Chi, sulla tecnica, la pratica e lo scopo delle arti marziali, tuttavia, non è solo un invito all’arte marziale ma anche un ritratto inaspettato dell’uomo e dell’artista e del suo rapporto con la musica, la meditazione e la vita. Il volume è arricchito da un gran numero di immagini e da conversazioni con musicisti, artisti, amici e praticanti di Tai Chi, tra cui Julian Schnabel, A.M. Homes, Hal Willner, Mingyur Rinpoche, Eddie Stern, Tony Visconti e Iggy Pop.

Racconti della Resistenza europea, di AA.VV

TITOLO: Racconti della Resistenza europea

AUTORE: AA.VV

EDITORE: Einaudi CURATELA: Gabriele Pedullà

pp.430 Euro: 22,00

Nel 2005, per il sessantesimo anniversario della Liberazione, in questa stessa collana Gabriele Pedullà aveva curato i Racconti della Resistenza, che da allora si sono imposti come una lettura imprescindibile sull’argomento. A distanza di vent’anni esatti Pedullà prosegue quella ricerca allargando lo sguardo all’intero continente europeo. Perché la Resistenza non è stata una soltanto, o forse sí: nel quadro eterogeneo degli Stati assoggettati al nazifascismo, nonostante le mille differenze, la ribellione contro l’oppressore è riuscita a unire tutti i popoli d’Europa nel nome degli stessi ideali di pace e di libertà. Se durante la guerra non mancarono le pubblicazioni clandestine pensate per rinsaldare le coscienze dei cittadini e spingerli al sabotaggio degli occupanti, è soprattutto dopo la Liberazione che su quegli anni sono fioriti in ogni lingua romanzi, racconti, memoriali, apologhi e addirittura favole, segnando nel profondo la letteratura del secondo Novecento a mano a mano che gli scrittori piú diversi ne davano la propria interpretazione narrativa. Malgrado la distanza geografica e l’estrema varietà dei registri adoperati (realistico, tragico, comico, allegorico, fantastico…), quest’antologia unica nel suo genere tenta oggi per la prima volta di tenere assieme quelle voci e quelle esperienze, e soprattutto di farle dialogare tra loro. Da Gary a Malraux, da Borowski a Grossman, da Steinbeck a Dürrenmatt, da Blanchot a Seghers, nella selezione di Gabriele Pedullà i grandi nomi della letteratura del Novecento affiancano autori meno noti e testi finora inediti in italiano. Tassello dopo tassello, prende forma cosí un mosaico di storie in grado di restituire ai lettori di oggi, in tutte le sue sfumature, la dolorosa ma esaltante battaglia per la libertà in cui affondano le radici delle nostre democrazie.

La mappa segreta. Testi ritrovati, di Jorge Luis Borges

TITOLO: La mappa segreta. Testi ritrovati

AUTORE:J orge Luis Borges

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Rodja Bernardoni CURATELA: Tommaso Scarano

pp.285 Euro: 22,00

Immane Atlantide sommersa, le quasi duemila pagine dei Textos recobrados – recuperati e radunati dopo la scomparsa di Borges – rivelano le molteplici linee di forza di una riflessione critica di sconcertante novità. Rispetto ai fervori iconoclasti degli anni Venti (documentati in Il prisma e lo specchio, 2009), si colgono qui, già a partire dai primi anni Trenta, una tonalità e nuclei di pensiero e di interesse del tutto inediti: l’inconsistenza dell’io, giacché una persona «non è altro che ... la serie incoerente e discontinua dei suoi stati di coscienza» e «la sostanza di cui siamo fatti è il tempo o la fugacità»; la letteratura poliziesca, che riesce a conciliare «lo strano appetito d’avventura e lo strano appetito di legalità»; le immagini dell’incubo, «la tigre e l’angelo nero del nostro sonno», disseminate nella letteratura da Wordsworth a Kafka; il gaucho, «amato territorio del ricordo» e «materia di nostalgia»; il tramonto del concetto di testo definitivo, che «appartiene alla superstizione e alla stanchezza»; la rivelazione che Buenos Aires, un tempo oggetto di caparbie trasfigurazioni poetiche, può essere descritta solo «per allusioni e simboli». Ma quel che più affascina è la perfetta architettura di questi scritti, capaci, quale che sia l’argomento prescelto, di espandere il nostro orizzonte (talora con un semplice inciso: «Nel mondo immaginato da Walpole, come in quello degli gnostici siriani e in quello di Hollywood, c’è una guerra continua tra le forze del male e quelle del bene») e di ravvivare il dialogo fra due interlocutori che «lo scorrere del tempo avvicina e allontana, ma non separa»: il testo e il lettore.

Un paniere di chiocciole, di Tommaso Landolfi

TITOLO: Un paniere di chiocciole

AUTORE: Tommaso Landolfi

EDITORE: Adelphi

pp.320 Euro: 24,00

Costretto a lavorare su un minuscolo scrittoio, il protagonista di A tavolino realizza che lo spazio è insufficiente «a qualunque libera espansione dell’intelletto» e che la redazione di testi «eterni e feraci» gli è ormai preclusa. Eppure, ribadisce a sé stesso, «ho da fare un articolo, e se non lo faccio i miei figlioletti rimangono desolati, famelici...». Così, con feroce autoironia, Landolfi mette in scena la sua condizione di elzevirista al soldo del «Corriere della Sera» e un’idea di letteratura sfrondata di ogni alloro, prigioniera di una gabbia coercitiva, ridotta alla funzione di gagne-pain. Ma proprio nel loro carattere di scrittura ricondotta alla sua chimica essenza risiede il fascino di questi cinquanta elzeviri, perfetti congegni capaci di evocare incontri mancati, occasioni ignorate perché «il gelido soffio della disperazione» spazza via ogni speranza; di vivisezionare relazioni di coppia oblique, simili ad acerbi duelli o a una «benigna trama di nulla»; di rivelare, con la gelida efficacia dell’incubo, l’inconsistenza di ciò che chiamiamo «io», di vanificare la fiducia nella ragione, di dar corpo alle nostre più segrete paure: nello splendido Il bacio, per esempio, l’invisibile creatura che ogni notte visita, imprimendogli un bacio sulle labbra, un timido e al principio deliziato notaio si rivela una falla «nel nero etere cosmico», decisa a succhiargli la vita. Un incubo è del resto il nostro vivere quotidiano, assediato dal bisogno, dal vuoto, da un angoscioso «senso d’irrealtà, di casualità» – dalla tragica consapevolezza che «la gente, quando non è noi, è odiabile perché non è noi; quando è noi, è odiabile perché è noi»

Il mostro di Firenze e altri racconti, di Lodovica San Guedoro

TITOLO: Il mostro di Firenze e altri racconti
AUTORE: Lodovica San Guedoro

EDITORE: Felix Krull Editore

pp.180 Euro: 17,00

“Questi racconti”, afferma Lodovica San Guedoro, “li ho scritti in un certo qual modo per tramandare quello che mi capitava da ragazza, e non solo, quando andavo per le vie del mondo. Il mostro di Firenze, o l’uomo che aveva tutta l'aria di esserlo, anche quello ho conosciuto. Svolgeva l’attività di affittacamere, e io sono stata sua ignara ospite per un pezzetto insieme a mio marito… Questo libro è perciò una piccola rassegna delle molestie sessuali subite principalmente in Italia per la strada, nei cinema, nei parchi, sui bus, prima di espatriare e anche tornando in patria per vacanze. Ma è stato in Germania che, con mia cugina, sono andata vicino alla violenza carnale e sfuggita forse alla morte.”

Ventisette racconti, ognuno dei quali è un’incantevole tessitura di ricordi multicolori, sfavillanti di luce e di bellezza, ognuno un episodio di un unico sogno: perché, per una misteriosa e affascinante alchimìa dello spirito, il passato si ripresenta agli occhi dell’anima con le movenze fluttuanti ed eteree di un lungo e vasto sogno, e a tal grado si mostra qui l’affinità di vita e sogno da indurre a riguardarlo, il passato, come il sogno già vissuto di quella stessa anima. Una musica apollinea e mozartiana con Leimotiv tuttavia dionisiaco. Una narrazione con un motivo ricorrente, l’insidia sessuale, che riemerge sempre nel bel mezzo o alla fine di una rievocazione. Nel mare di armonia, regolarmente irrompe una dissonanza. Tutti i racconti fatalmente s'incagliano in quel punto. Lo schema è contraddetto solo in tre di essi, significativamente intitolati “Dolce Stil Novo ” (I, II e III).

Sono prevalentemente brevi, come scritti su un’unghia, come fiori o farfalle che nascono, vivono e muoiono in poche ore e in quelle attingono alla massima vitalità e bellezza.

Decamerone, di Giovanni Boccaccio

TITOLO: Decamerone, in italiano contemporaneo
AUTORE: Giovanni Boccaccio

EDITORE: La Nave di Teseo CURATELA: Alberto Cristofori

pp.784 Euro: 24,00

Per i 650 anni dalla morte di Boccaccio, una traduzione integrale del suo capolavoro nell’italiano corrente, per scoprire, o riscoprire, le meraviglie di un classico della letteratura italiana.


“Leggere il Decamerone nella sua lingua trecentesca non è un’impresa facile. Non a caso, tutte le edizioni attualmente in commercio sono accompagnate da un robusto apparato di note e di spiegazioni. Il quale però, inevitabilmente, è un invito a studiare più che a leggere, e a perdere quindi gran parte del piacere del testo. Questa traduzione in italiano moderno è dunque l’occasione per una rilettura integrale del Decamerone, che lo sottragga alle riduzioni scolastiche e ne faccia riscoprire la problematicità, la vitalità, la capacità di interrogarci e anche di scandalizzarci – non per l’erotismo delle novelle ‘proibite’, ma per l’asprezza dei rapporti umani che mette in scena. Boccaccio persegue un progetto di svelamento della natura umana nei suoi aspetti più biechi e ferini: violenze, furti, inganni, stupri, malvagità gratuite, tradimenti, perversioni, vizi e debolezze. Questo è il mondo che emerge nelle prime pagine del libro, quelle dedicate alla peste, e questo è il mondo che ci viene mostrato fino all’ultima frase dell’ultima novella. Come tutti i grandi artisti, Boccaccio è uno scrittore estremo, e il suo capolavoro è l’espressione di una insofferenza per il mondo, di una non accettazione dell’orrore che, allora come oggi, è intorno a noi e dentro di noi.” (Alberto Cristofori)

Correzione automatica, di Etgar Keret

TITOLO: Correzione automatica
AUTORE: Etgar Keret

EDITORE: Feltrinelli

pp. 160 Euro: 16,00

Trentatré racconti scritti nello stile scarno, disincantato, ironico e surreale tipico dell’autore, che sono trentatré metafore di un’ampia gamma di sentimenti umani, come rabbia, sete di vendetta, compassione, gelosia, amore e tristezza. I personaggi che popolano la narrativa di Keret hanno problemi di lavoro e relazionali in cui ci si può riconoscere. Vivono in un mondo in cui vige un progresso tecnologico che non risparmia da tragicomici malintesi ed equivoci disturbanti. Non tutti i racconti sono ambientati in Israele e il conflitto israelo-palestinese fa capolino solo in un paio: Le sigarette della salute e Fervore, in cui Keret accenna al tragico attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nel contesto di una storia il cui candido protagonista cerca di cambiare la drammatica realtà grazie a una fervida preghiera e alla potenza della sua ingenua fede religiosa. Ma forse la realtà israeliana è percepibile nel senso di disperazione che pervade molti racconti e nella presenza costante della morte. Disperazione e morte che si avvertono e vivono ormai ogni giorno e che nessuna “correzione automatica” è in grado di dissipare o cancellare.

Nuove in tre linee, di Felix Feneon

TITOLO: Nuove in tre linee
AUTORE: Felix Feneon

EDITORE: Ortica Editrice

pp. 206 Euro: 14,00


In un momento in cui la Francia, uscita dalla guerra con la Prussia e dalla guerra civile della Comune, si avviava verso la Prima guerra mondiale tra spinte reazionarie, conflitti sociali profondissimi e una modernizzazione tanto confusionaria quanto problematica, l’esplosione della stampa commerciale a diffusione massiccia produce la prima costituzione dell’opinione pubblica in senso moderno. Fatti di cronaca al limite del delirante esposti in modo ironico, effervescente, ficcante in un linguaggio sperimentale elaborato ed ellittico. Un volume disturbante che non risparmia dallo spaesamento cinico di situazioni del tutto drammatiche ma completamente comiche.

Nati per la libertà, di Modena City Ramblers

TITOLO: Nati per la libertà
AUTORE: Modena City Ramblers

EDITORE: La Nave di Teseo

pp. 304 Euro: 19,00

I racconti resistenti dei Modena City Ramblers hanno il carattere dolce e indomito di una ballata che risuona nei boschi, in montagna, tra le cascine: una canzone che chiede di essere cantata ancora e ancora, mandata a memoria perché mai sia dimenticata.


Questo libro racconta la storia di Luisa, che a 17 anni fa la staffetta partigiana, nascondendo i dispacci sotto la sella della sua bicicletta. Parla di Matteo, che davanti al fascista che ha ucciso i suoi amici deve scegliere tra vendetta e giustizia. In queste pagine vivono Kurt, un soldato tedesco diverso dagli altri, e la famiglia che lo aiuterà a nascondersi; si agita inquieto Scarpasoun, il partigiano che non vorrebbe uccidere nessuno; si confida il fantasma di Savoniero, scappato sull’appennino dopo essere fuggito da un campo di prigionia in Russia. E, ancora, si narra l’impresa dei valorosi capaci di rubare un carro armato ai nazisti, si ascoltano le note di un violino partigiano e quelle del pianoforte di casa Mussolini. Soprattutto, in queste storie scorre un’energia vitale più forte anche della guerra: la scoperta dell’amore nonostante tutto, un saluto che forse è un addio, le parole dette e i silenzi che esprimono ogni cosa, un gesto coraggioso che cambia il destino di uno o di tanti. Le vite di uomini e donne “nati per la libertà” sono quelle di partigiani più o meno conosciuti, ma anche di persone troppo normali per essere ricordate come eroi, ugualmente protagonisti della lotta, drammatica e appassionata, che ha portato alla Liberazione del nostro paese.

Il mago e la morte, di Hermann Burger

TITOLO: Il mago e la morte
AUTORE: Hermann Burger

EDITORE: L’Orma TRADUZIONE: Luca Bongiovanni, Deborah Confortini, Pamela Gualberto, Leila Guerra, Daniela Lozza, Patrizia Ruth Pancaldi, Valeria Pasquali, Anna Ruchat

pp. 204 Euro: 21,00

«Hermann Burger è un magnifico pazzo, un eroe malato, un estremista del secondo Novecento.»
Emanuele Trevi

Portieri di notte che l’artrite rende insonni e quindi straordinariamente efficienti, poetesse in grado di mettere in rotta un’intera divisione corazzata, non-fumatrici militanti, ma soprattutto maghi e abilissimi prestigiatori abitano queste funamboliche Storie incredibili, infestate da fantasmi letterari e attraversate da echi musicali e persino scacchistiche.
Forse proprio nella forma breve – nell’apologo fulminante e umoristico, nella prosa di vertiginosa densità stilistica – Hermann Burger ha raggiunto i suoi esiti più felici e inconfutabili. Così, mentre nell’Eclissi della cascata di Badgastein evoca Schubert e i bagni termali per consegnarci pagine di una perfezione raggelante, in Ferrari humanum est tratteggia la deliziosa cronaca di un’escursione a bordo di un bolide che rimane in panne.
Questa antologia di tredici racconti – tra i più belli e stupefacenti del grande autore svizzero – è un elogio ironico e disperato dell’intelligenza e della complessità, fedele al credo di un «inguaribile appassionato di logica matematica» che ci pone uno spiazzante interrogativo: «Perché farla facile, se funziona anche difficile?».

Benedetto è il frutto, di Rachel Ingalls

TITOLO: Benedetto è il frutto
AUTORE: Rachel Ingalls

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Giovanna Granato

pp. 274 Euro: 20,00

Leggendo Rachel Ingalls, abbiamo l’im­pressione di trovarci in un mondo in ap­parenza familiare, ma da cui qualcosa ci tiene separati – quasi avessimo varcato u­na pericolosa soglia invisibile e di colpo vedessimo tutto da un diverso emisfero –, o forse in un sogno, che al tempo stesso ci adesca e minaccia. Nei cinque lunghi rac­conti, o novelle esemplari, che compon­gono Benedetto è il frutto, incontreremo un frate gravido dell’arcangelo Gabriele – que­sta almeno è la versione che offre ai con­fratelli del monastero; il creatore di una bambola realissima che con la sua esube­ranza sessuale causerà sviluppi imprevedi­bili, mandando a gambe all’aria la vita fa­miliare dell’uomo; una coppia che viene invitata a una festa in campagna dove tut­to sembra normale e insieme spettrale, co­me sospeso, e che sulla via del ritorno an­drà incontro a un’inattesa calamità piovu­ta dal cielo; una donna in vacanza con il marito e in preda a una subdola mania che suscita domande sempre più angoscianti sul suo stato mentale; e, infine, avremo a che fare con le conseguenze assurde, allu­cinanti, quasi apocalittiche del furto di u­na pagnotta. In tutti e cinque affrontere­mo momenti, personaggi e situazioni fuo­ri da ogni norma, non soltanto letteraria: la migliore introduzione possibile all’uni­verso narrativo di Rachel Ingalls.

Sotto la pelle, di David Machado

TITOLO: Sotto la pelle
AUTORE: David Machado

EDITORE: Voland TRADUZIONE: Romana Petri

pp. 292 Euro: 20,00

Júlia non ha mai detto la verità su quello che le è accaduto. Nemmeno ai genitori, che la sentono sempre più distante; né ai suoi amici, che non vede da mesi. L’incontro con la piccola Catarina la fa uscire per un attimo dal torpore. Un uomo in carcere decide di scrivere la sua storia d’amore con una donna che non vuole essere amata. Un ragazzino registra, per l’adulto che diventerà, delle audiocassette in cui racconta la sua strana vita con la madre, che lo ha isolato in una casa sul limitare di un bosco. Tre storie si intrecciano a distanza di anni, tre voci narranti per un romanzo affascinante che parla di violenza e redenzione.

Il rovescio della testa, di René Daumal

TITOLO: Il rovescio della testa
AUTORE: René Daumal

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Claudio Rugafiori

pp. 93 Euro: 12,00

Dodici brevi scritti che sembrano saltellare dall’uno all’altro, ma che vanno in una direzione unica. Leggeri, non privi di humour, spietati e accattivanti, si muovono alla ricerca di ciò che una volta si sarebbe chiamata verità e ci stimolano a porci domande essenziali su chi siamo e da dove possiamo iniziare a cercarci, offrendo così un prezioso aiuto per limitare i rischi di un falso pensare, quello che si paga con la perdita di tempo o con l’autoinganno.

TITOLO: Il paese dell’armonia
AUTORE: Stefan Zweig

EDITORE: Clichy TRADUZIONE: Matteo Galli e Arturo Larcati

Euro: 17,00

Il grande scrittore austriaco ripercorre le tracce del «Grand Tour» goethiano raccontando Firenze e molti altri luoghi del nostro paese

Il volume raccoglie una quindicina di testi che il grande scrittore austriaco Stefan Zweig (1881-1942) dedica all’Italia nell’arco di circa trent’anni, a un paese che nel quadro della grande visione europeista di Zweig ha costantemente rivestito un preciso valore identitario, di luogo alternativo, di suggestione e nostalgia, in perfetta tradizione con tutti gli scrittori di lingua tedesca che, da Goethe in avanti, inseguono il paese dove fioriscono i limoni. I testi sono divisi in tre gruppi: testi narrativi e studi biografici, prose di viaggio e saggi e recensioni.

Il vecchio gioco di esistere, di Giorgio Manganelli

TITOLO: Il vecchio gioco di esistere
AUTORE: Giorgio Manganelli

EDITORE: Hacca edizioni

PP. 64 Euro: 13,00

Nel ricordo di Augusto Frassineti, Giorgio Manganelli arriva a definirlo “delibatore di parole”. Questo è stato, soprattutto, Manganelli. E la conferma arriva da questi squisiti “Obituaries”, un genere – giornalistico e letterario – che impone asciuttezza, intelligenza, deferenza, rispetto ma anche una sana consapevolezza di sé. Manganelli, in questi veloci ritratti “in morte di”, non cessa di essere “il Manga”. Ma non se ne compiace: dà, a ciascuno dei suoi protagonisti, quel che spetta. Eccellenze e miserie, debolezze e vertigini. Da Borges a Eliade (“camminatore di labirinti”), da Melotti a Novelli: una rassegna di umani e umanità, all’insegna della verità della letteratura. E delle parole: da delibare, in silenziosa ammirazione. (Stefano Salis)

La rondine bianca e altri racconti, di Eugenio Corsini

TITOLO: La rondine bianca e altri racconti
AUTORE: Eugenio Corsini

EDITORE: Lindau

PP. 376 Euro: 26,00

«Ho letto i suoi racconti. Mi interessano. […] Lei sa vedere e raccontare». Sono le parole di Italo Calvino, che giudicò La rondine bianca tra i più bei racconti del ’900 italiano. Ciò nonostante, è stato fino a oggi impossibile leggere i racconti di Eugenio Corsini, rimasti in parte inediti, in parte pubblicati su riviste di limitatissima diffusione. Questo volume colma la lacuna, restituendo il posto che gli spetta a un narratore capace di intenso vigore drammatico, con atmosfere da western all’italiana (La straniera), e di raffinatissima ricostruzione storico-culturale e ironia sottile (La radice della rosa, parodia del best-seller di Eco). Le Langhe, tra Niella e San Benedetto Belbo, sono rappresentate con amoroso e puntuale realismo e giudicate con spietato distacco, tra drammi familiari, scoppi di violenza distruttiva, rivalità economiche e amorose, vendette, omicidi. Ma a differenza di quanto accade nell’amico Fenoglio – c’è anche un tentativo di suicidio in Belbo, scritto più o meno negli stessi anni del Gorgo –, c’è in Corsini il fascino non solo per il carattere atavico e ancestrale della vita contadina, ma anche per le sue tradizioni, le credenze popolari, gli aspetti irrazionali e magici. Su tutto, una costante tensione metafisica e l’impegno, fallimentare ma non per questo meno ostinato, a indagare le ragioni del male, in una resa dei conti con un Dio indifferente. «O tu, come sei, che hai detto che tutto e tutti siamo fatti a tua immagine?».