Gotico rosa, di Luca Ricci

Titolo: Gotico rosa
Autore: Luca Ricci
Editore: La Nave di Teseo
pp. 256 Euro 18,00

di Francesca Piovesan

Se c’è uno scrittore italiano,contemporaneo, che ha cercato di dare significato e senso al moto dell’amore, quello scrittore è Luca Ricci.
Dopo la Quadrilogia delle Stagioni, torna in libreria con una raccolta di racconti: Gotico Rosa, La Nave di Teseo.
Ricci ritorna alla forma breve per “indagare le passioni delle donne e degli uomini dopo la fine del romanticismo. Perché l’amore fa bene ma può, e forse deve, farci anche male.”
Sappiamo tutti benissimo che il “fare male” non è parte della ricerca, che tutti con ostinazione cerchiamo di scansarlo, ma la maggior parte delle volte è inevitabile, sembra quasi indispensabile alla costruzione di un amore, ed è proprio qui che, Ricci, scava e indaga grazie alla sua scrittura.

 La raccolta inizia con “Deliquio veneziano”, un racconto ambientato a Venezia, una morte a Venezia, morte voluta, simulata in gondole durante un’estate rovente, morte non più così tanto voluta di fronte alla passione improvvisa, inaspettata, di fronte a un essere che si nutre di fantasia, scrigno di antichi miti.

 

Ma eravamo tutti così, uomini che nel momento esatto in cui venivano messi al mondo perdevano la loro parte divina, serbandone tuttavia una memoria labile nei miti classici.
Eravamo tutti l’avanzo di una divinità.

 

Ogni storia di amore e di sesso contiene la sua piccola morte.
“Racconto della pioggia” è il racconto di due amanti in undici temporali.
Il dipanarsi della loro storia, della loro passione, del diventare inevitabilmente e fatalmente coppia, lungo stagionalità di pioggia, un albergo in una città d’arte a metà strada, lungo l’immaginario che ogni pioggia porta con sé.

 

Pioveva anche la prima volta che ci siamo visti”, osserva lei, e io capisco con piacere che stiamo già lavorando alla costruzione di una storia, la nostra storia, che sarà fatta di numeri, analogie, ricorrenze, coincidenze che vogliamo trasformare in destino, ogni relazione tenta questa impresa stupefacente, l’edificazione di un tempio, ogni coppia di amanti prova a inventare la religione del proprio amore…

 

Gli amori non sono tutti uguali, così come non lo sono le piogge, il loro tasso d’umidità, i rumori che richiamano, il loro effetto su corpi asciutti o bagnati, sudati.
La tematica dell’amore proibito, clandestino, che si trasforma in “tempio dell’amore” è uno dei temi che sono più cari a Luca Ricci, che cerca di sviscerare, di farlo proprio con la scrittura, di renderlo godibile al lettore, specchio riflettente.
“Vitalità dell’amore” è uno di questi casi, dove ancora una volta, qualcosa di moralmente perseguibile perde quel fascino di piccola perversione domestica, da zona bene di Roma, per trasformarsi in innamoramento, in invaghimento. La vitalità, la giovinezza di un’adolescente, che incontra la maturità, la voglia di trasgredire ancora le regole, di un uomo adulto, uno stimato professionista.

 

A una certa età si è confortati più dai vizi che dalle virtù. È una questione di prospettiva: le virtù si occupano del futuro, e chi invecchia sa di averne sempre meno.

 

Un’altra ragazza giovane percorre le righe dell’ultimo racconto della raccolta, “Trascurate Milano”, dove la metropolitana fa da sfondo a una storia che si consuma in pochi minuti, che è sempre prima volta e ultima, cupa nei sotterranei e piena di aria pulita, di ossigeno, che in superficie non può durare, non esiste, resiste.
“Tutto marcia diligente verso il Natale, eccetto noi…”.
Milano marcia diligentemente verso il Natale con i suoi regali, i panettoni, mentre sotto, nei vagoni, il palcoscenico porta sulle scene due ruoli definiti e intercambiabili, in cui vittima e carnefice si possono confondere.
Gotico Rosa ospita anche storie di fantasmi, e di maledizioni, come il racconto che da il titolo alla raccolta, dove due giovani sposi vengono posseduti da una coppia morta, antica, confluita nell’oro colato delle loro fedi nuziali.
C’è spazio anche per l”Adolescente (s.m). Convalescente dall’infanzia”, che in “Ferragosto addio!”  incontra il primo amore, la prima vera attenzione rivolta all’altro sesso, durante un’estate calda, lenta, pigra, attorniata da ville con piscina e voglia di distruzione.
Incontriamo anche la pandemia, forse una delle prime produzioni italiane che leggo in merito.
Il nero abisso esistente tra noi” vede un uomo sfregiato dalla vita che, dietro una mascherina FFP3, sperimenta di nuovo il potere della conquista, la clandestinità che in tempo di virus risulta amplificata.
Una passione che, mancante della conoscenza anche fisica dell’altro, lascerà degli strascichi inaspettati.
Luca Ricci riesce, ancora una volta, attraverso la forma breve a rendere tutte le dinamiche del rapporto amoroso. Oscure e confuse, impaurite e in preda alla giostra dei destini umani, le emozioni  vestono ancora nel gioco dell’amore il loro abito irrazionale.