Polpette, le micro storie di Jacopo Masini

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Del Vecchio Editore pubblica Polpette, una raccolta di micro racconti folgoranti e paradossali. Le micro narrazioni di Jacopo Masini sono degli efficaci esperimenti linguistici e letterari. Quante parole servono per rendere una storia significativa e indimenticabile? La qualità di una storia è connessa al numero delle righe in cui è narrata? Le storie e le fiabe brevissime di Jacopo Masini riescono a costruire e decostruire immaginari, mondi letterari, orizzonti mitici. Passiamo di pagina in pagina come leggendo una guida in una galleria d’arte: ogni ritratto offre la possibilità di un’esperienza che va ben oltre lo stupore del primo sguardo. Ogni parola è scelta con la cura del miniaturista e con l’intelligenza del narratore consapevole. Il risultato è un ironico, a volte crudele, affresco delle piccinerie umane che offre come compenso la meraviglia nei confronti delle infinite possibilità della letteratura e un’arte che con la sua potenza sovverte le regole e inganna ogni prospettiva.

Cattedrale vi propone tre di queste micro storie, per gentile concessione dell’editore.

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Bianca Sereni spediva da dodici anni lettere minatorie a se stessa. Andava in posta, imbucava la lettera, e dopo due o tre giorni la riceveva.

“Stai attenta”, scriveva, “la tua vita è in pericolo”, oppure “Bastarda, me la pagherai cara”.

La notte successiva all’arrivo della lettera non dormiva quasi mai. Ogni rumore la faceva sussultare, immaginava agguati e incursioni nel buio.

– Ho così paura di me stessa, – diceva tremando.

Ha smesso la volta che ha provato a uccidere la propria ombra, pronta all’attacco sulla parete del bagno.

 

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Il Diavolo e la Morte

Il Diavolo, per caso, incontrò la Morte lungo una strada di campagna. Le corse incontro per abbracciarla. La Morte lo fermò severa.
– Continui a sbagliare, – disse, – io e te non lavoriamo insieme.
Poi si allontanò, lasciando il Diavolo solo e infuriato in mezzo alla campagna.

 

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– E adesso dove vado? – chiese il protagonista, giunto alla fine del libro.

– Prova a uscire, – rispose l’autore.

Il protagonista scosse la testa, pieno di cruccio e malinconia.

– Ma come faccio? – disse. – E se esco dalla pagina e casco di sotto?

– Sotto dove? – disse l’autore. – Non sai che oltre il bordo del tuo libro esiste solo un altro libro?

Il protagonista guardò perplesso l’autore.

– D’accordo, – disse, – ma se uscendo cado nella storia sbagliata?

– Quello è un rischio che corriamo tutti, – disse l’autore, – prima o poi ti succederà.

E chiuse il libro.

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