La filiera della fiducia. I racconti in numeri

di Modestina Cedola


Se c'è una cosa su cui tutti sono d'accordo in editoria è che le case editrici pubblicano pochi racconti.
Nel 2016 tra lo stupore generale nasceva Racconti edizioni. Fondata da Emanuele Giammarco e Stefano Friani, è una casa editrice indipendente che ha scelto di pubblicare solo racconti. Sul loro sito spiegano così l'idea che ha dato l'avvio alla loro avventura editoriale:

 

Su di essa pendeva un pregiudizio – i racconti non vendono – e provare ad affrontarlo forse ci ha legittimato a impossessarcene. È un’idea bellissima e valeva la pena provare. Racconti: la prima casa editrice in Italia a pubblicare soltanto short stories. E perché no?

Varrebbe la pena chiedersi perché, in tutti questi anni, non siano state impiegate e concentrate energie soltanto nel racconto. Perché la brevità, un limite ma anche uno stimolo per lo scrittore e la sua creatività letteraria, non sia stato considerato allo stesso modo uno sprone per la creatività editoriale. Abbiamo provato a rispondere e non ci siamo riusciti”.

 

È una questione, dunque, a cui finora, e probabilmente ancora per lungo tempo, non troveremo risposta. Sulla scorta dell'esperienza di Racconti edizioni che hanno deciso di prendere in mano la situazione senza aspettare di avere risposte facili, ho provato a cercare dei dati che mi aiutassero a capire meglio. Ingenuamente convinta che smanettando qua e là avrei trovato i dati per provare a capire la fondatezza di questo pregiudizio, ho provato a digitare su Amazon la parola “racconto”. Nella pagina di ricerca mi sono apparsi un numero spropositato di risultati. Ovviamente falsati perché Amazon, come qualsiasi altro store digitale, non avendo una categoria racconti seleziona tutti quei libri che hanno la parola “racconto” nel titolo. Non solo racconti, dunque, ma anche romanzi, memoir, saggi e reportage. Abbandonato Amazon l'unico modo era sbirciare i cataloghi delle case editrici per capire effettivamente quanti racconti avessero pubblicato. Armata di foglio excel e buona volontà ho cominciato a navigare i siti degli editori, ma ben presto mi sono accorta che reperire le informazioni non era affatto facile. In molti casi nella scheda del libro non si parla espressamente di racconti ma di storie, o viene usata la parola romanzo anche se si tratta di una raccolta di racconti a tutti gli effetti. Reperire la data di pubblicazione in certi casi è parecchio difficile. Spesso i libri sono divisi per collana, poche volte è chiaro cosa contenga una collana. Un numero limitato di siti permettono di reperire il catalogo e alcune volte l'ordine con cui vengono caricati i libri non è lineare (non è un ordine cronologico, non è alfabetico, non è per collana). Provata dalla navigazione, ma non sconfitta, ho deciso di costruire un piccolo campione. La mia curiosità, seppur consapevole della non validità di questo esperimento, a questo punto era troppa e in qualche modo bisognava soddisfarla.

Le case editrici che ho scelto sono medio piccole e indipendenti: Atlantide, Clichy, Codice edizioni, effequ, Iperborea, Marcos y Marcos, minimum fax, NN Editore, Nottetempo, Polidoro e Sur.
Tutte le case editrici prese in considerazione hanno pubblicato racconti nel corso del 2021, anno a cui d'ora in avanti faremo riferimento. Nella sezione narrativa il campione delle case editrici scelto ha pubblicato 172 titoli di cui 23 tra racconti e raccolte di racconti. A guidare una classifica ideale troveremmo effequ che ha scelto di riservare ai racconti il 40% delle proprie pubblicazioni di narrativa. Seguono Codice Edizioni (34%), Iperborea (18%) e minimum fax (15%). Le raccolte di racconti pubblicate hanno un andamento costante durante tutto l'anno con una maggiore concentrazione nel mese di novembre. Solo tre titoli sono composti da racconti di autori vari mentre gli altri sono raccolte di racconti di un unico autore. Quindici titoli su ventitré provengono dalla narrativa straniera.
Dodici sono scritti da uomini mentre nove da donne.
Sei dei libri sono stati scritti da autori e autrici considerati ormai dei “classici”, come ad esempio Louisa May Alcott per Clichy, Ricardo Piglia per Sur, Salvatore Di Giacomo per Polidoro e Flannery O'Connor per minimum fax. Solo due delle raccolte di racconti sono scritte da esordienti (Tutti i nomi di Dio di Anjali Sachdeva edito da Codice Edizioni e Dolce casa di Wendy Erskine edito da Atlantide).
Qualche curiosità anche su Racconti edizioni. Ovviamente i racconti rappresentano il 100% del catalogo (lo so, è scontato ma vederlo così scritto fa un certo effetto). Degli otto titoli pubblicati nel 2021 sei sono di autori e autrici stranieri. I titoli si dividono esattamente a metà tra scrittori e scrittrici. Due le esordienti: Giulia Sara Miori con Neroconfetto e Kali Fajardo-Anstine con Sabrina & Corina; alle quali si potrebbe forse aggiungere anche Daniel Orozco con “Orientamento” primo e suo unico libro.

Se volessimo tracciare un profilo potremmo azzardare che una casa editrice sceglierà di pubblicare una raccolta di racconti di un unico autore, già affermato, probabilmente straniero (il mercato estero resta sempre un valido test per le vendite).
Le scelte editoriali e strategiche acquistano un senso quando i libri arrivano ai lettori. Qualche anno fa durante un corso di editoria una docente disse che i libri esistono se presenti in libreria. Questa semplice verità mi ha portato a fare alcune domande ai diretti interessati. Ho contattato quattro diverse librerie per capire quale fosse il loro rapporto con i racconti e quale invece l'atteggiamento che riscontrano quotidianamente nei loro lettori. Per avermi aperto il loro mondo ringrazio Antonello Saiz e Alice Pisu della libreria Diari di Bordo di Parma, Claudio Moretti, Flavio Biz, Sabina Rizzardi (e la cagnolina Olympia) della libreria MarcoPolo di Venezia, Mattia Garavaglia e Chiara Gaspari de la Libreria del Golem di Torino e Giorgia Sallusti della libreria Bookish di Roma. Per prima cosa chiedo ai librai in quale ordine tengano i libri nella loro libreria e se esiste uno scaffale dedicato ai racconti. A parte Bookish che ha previsto un'organizzazione in senso geografico dei libri, le altre librerie hanno organizzato i libri per casa editrice per sottolineare il progetto di ognuna, racconti compresi. MarcoPolo mi confessa che fino a qualche anno fa esisteva nella loro libreria uno scaffale dedicato ai racconti. Inoltre Golem e Bookish mi citano Racconti edizioni, che diventa a tutti gli effetti uno spazio dedicato ai racconti. I librai mi confermano che pur non avendo un loro spazio specifico i libri di racconti il loro spazio se lo prendono eccome con notevoli risultati anche in termini di vendite. Giorgia di Bookish “Direi che i racconti rappresentano circa il 10-15% dei libri presenti. Credo che dipenda dal fatto che a me piacciono molto e quindi li cerco specificatamente tra le letterature di tutto il mondo: la selezione di Bookish è figlia delle scelte personali della libraia. Per quanto riguarda le vendite, sono congrue con la percentuale, o forse addirittura un pochino più alte perché io stessa tendo a consigliare i libri che apprezzo di più, e non di rado sono raccolte di racconti”.
Conferma che arriva anche da La Libreria del Golem “i racconti sono un 25% e da noi si vendono parecchio perché Mattia è un patito lettore di racconti.
Antonello e Alice mi raccontano che trattano “solo case editrici indipendenti e il numero di libri di racconti presente è proporzionale al numero di racconti pubblicati per ciascuna casa editrice. Essendo la nostra una libreria di proposta tendiamo a non fare resi e tenere a catalogo ogni uscita anche a distanza di tempo. Per cui è considerevole il numero di raccolte di racconti presenti”.
Sulla stessa linea anche MarcoPolo che ama i racconti e che “quando le nostre case editrici pubblicano libri di racconti, decidiamo di leggerli e, come per tutti gli altri libri, se selezioniamo e teniamo il libro in libreria, ci rimane per molto tempo, anni”. In qualche modo anche i librai (quelli indipendenti, attenzione), confermano le percentuali emerse dal piccolo campione per cui possiamo affermare che i racconti in libreria non solo esistono ma tengono anche parecchio duro.

Sono curiosa però di sapere qual è il rapporto che i loro lettori hanno con la forma breve. Il coro è unanime: il lettore medio è diffidente nei confronti dei racconti ed è sempre necessario un primo passaggio dalla forma romanzo. Una volta acquisita però la fiducia del libraio la diffidenza iniziale si smorza fino ad alcuni casi di felice innamoramento per i racconti.
Ne è convinta Giorgia “dal mio punto di vista, diffidente al primo approccio ma poi torna per trovare nuove raccolte di short stories, è sempre così”, a cui fanno eco Mattia e Chiara la diffidenza può esserci ma può anche essere sgominata facilmente, basta invitare a leggere qualche pagina, per vedere se lo stile, il ritmo e la storia catturano. Se la voce dell'autore piace, ciò che racconterà, nella sua varietà e diversità, catturerà chi legge”.
Insisto sulla diffidenza dei lettori perché è un tema che mi incuriosisce parecchio e mi chiedo allo stesso tempo se esista allora un lettore ideale di racconti. Per i Diari di Bordo “non esiste un lettore ideale di racconti, esistono lettori appassionati di storie belle e la forma breve può essere un ottimo contenitore per queste narrazioni. La diffidenza di cui si parla la conosciamo bene, ma è una forma di pregiudizio facilmente superabile se il libraio è in grado di conoscere con una buona divulgazione autori di narrazioni brevi”. Di parere simile anche La Libreria del Golem “pensiamo che non esista un lettore ideale di racconti, ma potenziali lettori di qualsiasi cosa. A volte i racconti riescono a “sbloccare” lettori in crisi, per la brevità della lettura e l'autoconclusione, altre volte i racconti vanno incontro all'esigenza di una narrazione più condensata e più lirica rispetto a quella del romanzo. Quante raccolte di racconti ci sono, con il loro stile e la loro lingue, tanti sono i potenziali lettori che possono incontrare. Claudio, Flavio e Sabina attingono alle loro esperienze personali e si mettono nei panni dei lettori “noi librai e libraia siamo stati prima di tutto lettori e lettrici di racconti americani e, forse sono quelli che consigliamo di più, per esempio in libreria c'è da sempre l'altarino dedicato ad Andre Dubus, insieme ad alcuni autori nordici come per esempio Stieg Dagerman, Il viaggiatore resta uno dei racconti più perfetti e amati di sempre a nostro parere. Lettori e lettrici ideali di racconti sono coloro con cui forse abbiamo instaurato un rapporto di fiducia e consiglio, ai quali ci sentiamo di dire Vai oltre la reticenza o la diffidenza, perché un racconto perfetto è difficile da trovare e quando succede è meraviglioso. Un po' di reticenza c'è, per la poca lunghezza”.
Giorgia punta tutto sulla curiosità “la persona ideale per questa lettura è quella che sa apprezzare le infinite possibilità di una storia breve, qualcuno che voglia assaggiare in una raccolta unica i multiformi talenti di una scrittrice o di uno scrittore” e riporta anche la sua esperienza con il gruppo di lettura che tiene con la sua libreria “nel gruppo di lettura di Bookish, Lettorǝ anonimǝ, non è raro leggere raccolte di racconti, a volte scelte da me, a volte dalle persone del gruppo. Non si tratta di una lettura collettiva, che rimane uno spazio privato, solo in un secondo momento messo in comune attraverso il dibattito che segue la lettura del libro. La discussione che ne esce fuori è spesso brillante, dinamica, soprattutto se la raccolta era ben costruita: i racconti contenuti in un buon libro si parlano l’uno con l’altro, e il gruppo di lettura lo avverte e ne fa un’esperienza omogenea. È capitato con Ted Chiang, con Bryan Washington, con Raymond Carver. Una lettura condivisa permette di apprezzare di più una raccolta che non un romanzo, forse perché ciascuno può notare qualcosa o intripparsi con una storia anziché seguire il filo rosso dell’intreccio romanzesco”.

 Pare di capire, dunque, che una delle cause di questa diffidenza nei confronti dei racconti possa ascriversi ad una mancata confidenza dei lettori con gli stessi. Anche nei lettori forti molto spesso si riscontra una mancanza di abitudine alla lettura delle short stories. Le case editrici pubblicano racconti, principalmente affidandosi a nomi di autori e autrici già conosciuti per poi proporre anche esordienti. Una sorta di lenta fidelizzazione del lettore che passa anche attraverso le librerie. Un lettore che mai come nel caso dei racconti ha bisogno di una guida per avvicinarsi alla loro lettura. Leggere racconti diviene una sorta di atto di fiducia nei confronti di chi ha già percorso quel cammino che si stenta ad intraprendere. Forse potrebbe essere interessante, oggi che sono caduti gli argini e i contatti sono più diretti, indagare tra i lettori per capire cosa li spinge lontano dai racconti e trovare una chiave affinché la forma breve non faccia più paura.